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Assunzioni: raccomandazioni in calo, più spazio a chi merita

 Nel corso del 2009, in materia di assunzioni, le imprese in Italia hanno fatto maggiormente ricorso, per la ricerca di nuove posizioni lavorative, agli intermediari professionali piuttosto che ai cosiddetti “canali interni”, ovverosia alle segnalazioni, alla conoscenza diretta e, diciamolo pure, anche alle classiche ed odiate “raccomandazioni“. In accordo con quanto riporta infatti Unioncamere, in base alle risultanze che sono emerse dal Sistema informativo Excelsior, quindi, lo scorso anno rispetto al 2008 in Italia in materia di assunzioni è stato dato maggior spazio al merito. In ogni caso, i “canali interni” per le assunzioni sono stati utilizzati lo scorso anno da quasi il 50% delle imprese, il 49,7% per l’esattezza; il dato, nello specifico, è in calo di ben quattro punti percentuali rispetto al 2008, ma chiaramente in quasi un caso su due ancora ai fini delle assunzioni non si fa affidamento sugli intermediari professionali che, di norma, sono in grado di poter proporre soggetti con una qualifica non solo idonea, ma anche elevata.

Dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere è inoltre emerso come i canali interni rispetto all’iter classico di selezione, facendo leva su società esterne e specializzate, siano maggiormente utilizzati dalle piccole imprese e presentano una diffusione ben superiore alla media nelle Regioni del Mezzogiorno. Il fatto che poi l’assunzione tramite “raccomandazione” lo scorso anno rispetto al 2008 abbia perso appeal, è da spiegarsi anche con il fatto che di questi tempi le imprese che programmano assunzioni risultano essere quelle più strutturate.

E’ inoltre interessante rilevare, sempre in accordo con i dati forniti dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere, che si è attestato in crescita nel 2009 rispetto all’anno precedente il ricorso delle imprese, al fine di assumere nuovi lavoratori, ai Centri per l’Impiego con una tendenza superiore alla media nelle Regioni del Centro rispetto al Nord ed al Sud, e maggiormente nell’industria piuttosto che nel settore dei servizi.

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