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Il Rapporto Inail 2011 della regione Piemonte

 Nel corso del 2011 sono calati gli infortuni del 7,3%, un dato decisamente importante perché così si conferma il calo di lungo periodo che li vede in diminuzione da oltre un decennio.

Secondo i dati diffusi dall’Inail, gli infortuni sul lavoro denunciati in Piemonte nel corso del 2011 sono 55.660, ovvero il 7,3% in meno rispetto al 2010: nel triennio 2007-2009 nella regione sono avvenuti 21,5 infortuni ogni mille addetti, a fronte di un dato nazionale di 25,1. Il comparto industriale e quello terziario è quello che denuncia il maggior numero di infortuni, ovvero quasi la metà degli infortuni denunciati, seguito dall’artigianato con il 12% e il 7% in agricoltura.

In Piemonte l’Inail ha registrato 63 casi di infortunio mortale, con una diminuzione del 16% rispetto ai dati del 2010. Il nostro Istituto di prevenzione ha anche fotografato la situazione per settori di attività ponendo in evidenza che l’80% delle morti  si concentra nei settori di attività più a rischio, ovvero industria (41%), artigianato (25%) e agricoltura (9%), mentre i casi riferibili al terziario sono quasi integralmente originati da infortuni in itinere.

Sul fronte delle malattie professionali si registra, al contrario, un aumento del 2,8%: in termini assoluti, nella regione si registrano, nel complesso, 2.091 malattie professionali. Anche per le malattie professionali, il comparto industriale è quello che detiene il triste record con il 36% dei casi, mentre fanalino di coda è quello terziario con il 10%.

Il 92% tecnopatici è di nazionalità italiana  con una schiacciante maggioranza di sesso maschile con il 74%.  Rispetto all’anno precedente i tecnopatici stranieri aumentano più degli italiani, secondo un andamento prevedibile dato che i tempi di latenza delle patologie stanno iniziando a mostrare i propri effetti su di una categoria di lavoratori che si è consolidata solo nell’ultimo decennio.

Il 90% degli infortuni è avvenuto a seguito di rischi lavorativi propri, con una netta prevalenza di quelli che si sono verificati nell’ambiente ordinario di lavoro rispetto agli incidenti stradali occorsi nell’espletamento delle proprie mansioni, mentre gli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel percorso casa-lavoro-casa, superano di poco il 10% del totale.

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