Consiglio di Stato: regolarità concorso pubblico e assistenza disabile

Il Consiglio di Stato ha espresso parere su due questioni di estrema importantanza. La prima riguarda il trasferimento dei dipendenti che sono coinvolti, loro malgrado, ad assistere familiari disabili, mentre la seconda coinvolge la regolarità dei concorsi pubblici.

Il Consiglio di Stato ha deciso che l’esposizione della prova scritta utilizzando la forma definita come stampatello non è passibile di esclusione dai concorsi pubblici perché non è un elemento fondamentale per la loro riconoscibilità.

La decisione è del 16 febbraio 2010. Secondo il suo parere, l’uso della scrittura a stampatello ha solo la finalità di rendere più comprensibile un elaborato e non ha carattere distintivo. Non solo, il Consiglio di Stato ha anche espresso il parere sulla numerazione delle pagine sempre in sede di concorso pubblico; infatti, anche in questo caso la numerazione è solo intesa ad agevolare il lavoro dei commissari d’esame perché si assume questo comportamento di natura esclusivamente di tipo ordinatoria.

L’INPS e il congedo al padre se la madre è casalinga

 Sembrano non placarsi le interpretazioni dell’art. 40 del Dlgs 151/2001 in riferimento al congedo di maternità e di paternità.

Infatti, l’istituto previdenziale ha emesso una nuova circolare che chiarisce alcuni aspetti sul congedo di paternità in caso di madre casalinga.

In un nostro precedente post avevamo messo in evidenza i contenuti più importanti della circolare INPS n. 112 del 15.10.09 che intendeva recepire la sentenza del Consiglio di Stato (sentenza n. 4293 del 9 settembre 2008, sezione VI) in merito all’applicazione dell’art. 40 del decreto legislativo n. 151/2001.

Nel contempo, le Dir. Gen. Della Tutela delle Condizioni di Lavoro e per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali con la circolare C/2009 del 16.11.2009 (prot. 15/V/0019605/14.01.05.02) ha ritenuto che la richiesta dell’Inps, in base alla circolare 112, di produrre documenti attestanti l’effettiva impossibilità della stessa di occuparsi del figlio non appare supportata da alcuna disposizione normativa.

La maternità al papà se la mamma è casalinga

 L’istituto previdenziale ha accolto la sentenza del Consiglio di Stato (n. 4293 del 09.09.2008, Sezione VI) che ha esteso la norma dei riposi giornalieri anche al padre anche nel caso in cui la madre è casalinga e risulti impegnata in attività che la distolgano dalla cura del neonato. A questo scopo la madre casalinga è considerata alla stregua della “lavoratrice non dipendente”.

L’INPS con la circolare n. 112 del 15.10.09 illustra gli orientamenti che l’utenza e le strutture territoriali devono seguire circa i riposi giornalieri previsti dall’art. 40 del decreto legislativo n.151/2001. Con la predetta circolare l’istituto previdenziale in sostanza recepisce la sentenza del Consiglio di Stato.

Lavoro call center: più disoccupati senza “offerte retention”

 A seguito di una sentenza del Consiglio di Stato, la delibera dell’Agcom sulla riduzione dei tempi per attuare la portabilità del numero di cellulare da un gestore ad un altro è tornata ad avere piena efficacia; il Consiglio di Stato, infatti, ha annullato la sospensiva imposta dal Tar del Lazio sulla “portabilità veloce”, e di conseguenza, con ricadute positive sui consumatori, passare da un gestore all’altro avviene nell’arco di tre giorni; ma purtroppo in tutto, ed anche in questo caso, c’è il rovescio della medaglia. Con la “portabilità lenta“, infatti, il vecchio gestore, prima di “esaudire” la richiesta del cliente, faceva un ultimo tentativo per farlo desistere, proponendogli in particolare un’offerta quasi “personalizzata” in grado di trattenerlo. Trattasi delle cosiddette “offerte retention” che vengono gestite dagli operatori di call center e che quindi contribuiscono a dare lavoro a tanti giovani. A conti fatti, quindi, con la “portabilità veloce” ci guadagna il consumatore ma ci perde il lavoratore.

Supplenti a rischio nomina

Il ministro dell’Istruzione Maria Grazia Gelmini aveva firmato ad aprile un decreto riguardante le graduatorie dei precari  che si rinnovava rispetto al passato: la differenza consisteva nel fatto che le graduatorie erano bloccate per due anni e che vi era la possibilità per i supplenti di inserirsi su tre province (oltre quella di appartenenza) ma soltanto in coda.

Tale  provvedimento avvantaggiava i precari delle regioni settentrionali spesso surclassati nelle immissioni in ruolo e nell’attribuzione delle supplenze più lunghe dagli altri colleghi del meridione, i quali non solo avevano più anni di precariato, ma anche più punti.