Telelavoro: come, dove e quando

 Esercitare un’attività, come dipendente o collaboratore, senza lo spostamento fisico della persona occupata e con una maggiore flessibilità per quel che riguarda i tempi di lavoro. Lo possiamo definire così il telelavoro, non ancora molto diffuso nel nostro Paese, ma consolidato invece in tante economie di Paesi industrializzati. Sono molte le attività che si possono svolgere in telelavoro, sia in qualità di dipendenti pubblici, sia come assunti o collaboratori di imprese private. Trattasi di una forma di lavoro che offre delocalizzazione a fronte del risparmio di tempo e di denaro sia da parte dell’impresa o dell’ente, sia da parte del lavoratore stesso. In questi ultimi anni il telelavoro, sebbene a macchia di leopardo, si sta diffondendo anche nella Pubblica Amministrazione, così come molte imprese private con la formula del telelavoro hanno spesso portato avanti piani di riorganizzazione e di razionalizzazione della forza lavoro con benefici di medio e di lungo periodo.

Lavorare da casa nel commercio e nel turismo

 Quello di lavorare da casa è un sogno che coltivano moltissimi italiani. Non ci si deve spostare la mattina per andare al lavoro, magari facendo lunghe file ai caselli e spendendo a fine mese qualche centinaio di euro di benzina. Ma il lavoro da casa oltre che rimanere spesso solo un sogno rischia di tramutarsi anche in una truffa. Non mancano infatti su Internet gli annunci riguardanti lavori da casa che promettono alti guadagni a fronte magari dell’acquisto di una sorta di kit per iniziare a lavorare. I casi più frequenti relativi a queste truffe hanno riguardato e riguardano tuttora quei lavori per i quali si chiede al lavoratore da casa di imbustare materiale pubblicitario o effettuare attività similari. Insomma, c’è da fare molta ma molta attenzione altrimenti si rischiano delusioni e si spendono soldi inutilmente. Di sicuro molti lavori da casa seri non prevedono un fisso, ragion per cui tutto è legato sia alle proprie motivazioni, sia alle proprie capacità di credere in se stessi ed in quello che si vuole fare. A fronte di questo svantaggio molto spesso per lavorare da casa ci sono ditte che non chiedono uno specifico titolo di studio, ragion per cui in teoria basterebbe anche la sola terza media.

Corte di Cassazione: l’azienda non può controllare l’accesso a Internet

Importante sentenza della Corte di Cassazione che proibisce al datore di lavoro di controllare con sistemi elettronici gli accessi ad Internet e alla posta del dipendente.

La sentenza ovviamente non va letta come un divieto assoluto di presenza di programmi di controllo o monitoraggio, ma è necessario che questi sistemi devono essere autorizzati e regolamentati richiamandosi al rispetto degli obblighi della privacy e garantendo la necessaria correttezza dei sistemi di rilevamento.

A questo proposito l’azienda deve dotarsi di idonei strumenti in grado di garantire il corretto funzionamento, quali l’uso di regolamenti, l’emissione di notizie informative, la nomina di un responsabile che ne garantisca la corretta gestione e l’uso dei log file.