Controlli Inail sulle false partite Iva dal 2015

 L’Inail, con la Circolare n.15 del 20 marzo 2013, comunica che le verifiche sulle false Partite IVA partiranno dal 2014-2015. La Riforma del Lavoro, infatti, con l’art 1, comma 26, della legge 92/2012, ha introdotto nuove misure mirate a contrastare il ricorso irregolare alle consulenze in azienda. Uno slittamento dei controlli necessario ai fini delle verifiche dei casi previsti dalla normativa.

Iva in forma autonoma: saldo entro lunedì 18 marzo

 Per il versamento dell’Iva le opzioni variano in base alla modalità di presentazione della Dichiarazione annuale, che si può effettuare in due forme: in forma autonoma o in forma unificata. La scadenza del 18 marzo riguarda i contribuenti che presentano la dichiarazione Iva in forma autonoma: 18 lunedì in quanto il 16 marzo è sabato. Il versamento non va eseguito se l’importo dovuto è inferiore a 11 euro.

Il Regime dei Minimi: ordinario o semplificato?

 In base all’articolo 27 della Manovra Finanziaria 2011 dl n. 98/2011 convertito dalla legge n.111/2011, ora sul reddito conseguito si applica un regime agevolato per il periodo d’imposta d’inizio attività e per i 4 successivi e per i più giovani anche oltre i primi 5 esercizi, ma solo fino al compimento dei 35 anni d’età: l’imposta sostitutiva IRPEF e relative addizionali del 5% e non più del 20%.

La responsabilità dell’appaltatore con l’Agenzia delle Entrate

 L’Agenzia delle Entrate, attraverso la circolare n. 40/E, dell’8 ottobre 2012 intitolata come “articolo 13-ter del DL n. 83 del 2012 – Disposizioni in materia di responsabilità solidale dell’appaltatore – Chiarimenti”, ha fornito alcuni chiarimenti sugli aspetti maggiormente critici della responsabilità solidale dell’appaltatore insieme alla certificazione idonea ad attestare la regolarità dei versamenti delle ritenute e dell’IVA.

Come regolarizzare la falsa partita IVA

 Poche ore fa abbiamo visto in che modo il governo intenda scovare le false partite IVA mediante lo strumento delle presunzioni legali: al rispetto dei due dei tre requisiti precedentemente indicati, infatti, scatterà la presunzione legale in grado di trasformare la partita IVA in co.co.pro con partita IVA (e conseguente applicazione della disciplina delle co.co.pro.) o, in alternativa e in caso di assenza di un progetto, o nel caso in cui l’attività sia svolta con modalità tipiche del lavoro dipendente, in un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Ad ogni modo, alla stringente normativa di cui sopra, che mira a scovare gli aggiramenti fiscali da parte del datore di lavoro, il governo ha posto qualche gradito rimedio e qualche importante esclusione. Cerchiamo pertanto di capire in che modo il committente può evitare gli effetti della presunzione.

Come scovare le false partite IVA

 Come noto, con gli ultimi provvedimenti in materia di lavoro, il governo ha lanciato sul mercato italiano il concetto di “presunzione” di falsità della partita IVA e, di conseguenza, l’assimilazione a co.co.co. del lavoratore celato attraverso l’attribuzione di una posizione IVA.

La presunzione scatta quando le prestazioni lavorative rese dalla persona titolare di posizione fiscale ai fini IVA prevedano il rispetto di almeno due dei tre requisiti principali stabiliti dalla norma. Se i requisiti sono rispettati, e salvo che sia fornita prova contraria da parte del committente, le prestazioni fornite dalla partita IVA saranno in tutto e per tutto ricondotte all’interno di un rapporto co.co.co. per presunzione legale, con conseguente presenza di un “progetto” al fine di sancirne la legittimità.

I liberi professionisti


In Italia i liberi professionisti sono molto numerosi. Ma chi sono esattamente?

Questa la definizione fornita da Wikipedia:

Con il termine libero professionista si indica un lavoratore che, avendo una professionalità acquisita tramite percorsi di istruzione come la laurea, fornisce la stessa a vari clienti senza avere datori di lavoro. In questo senso, quindi, il libero professionista è il capo di sé stesso

Chi decide di esercitare l’attività di libero professionista anzitutto deve recarsi presso l’Agenzia delle Entrate e richiedere un numero di Partita Iva, iscriversi all’INPS e in alcuni casi alla gestione separata. L’apertura della Partita Iva non comporta costi. Bisogna capire l’ammontare del volume di affari per capire qual è il migliore regime fiscale da adottare. Il libero professionista emette fattura ai propri clienti al termine di una prestazione.