Lavoro in nero? No, grazie

Lavoro in nero? No, grazie! Abbiamo parlato proprio di questo, del lavoro in nero, qualche giorno fa sulla nostra pagina Facebook invitando a non accettare questo tipo di lavoro che, sebbene sia meglio di niente, non offre alcuna garanzia; da una parte abbiamo il datore di lavoro che così facendo risparmia perchè non paga tasse, contributi & Co. e dall’altra abbiamo il lavoratore che sì lavorerà anche ma è come se non lo facesse. E, se durante l’orario di lavoro si fa male? Potrà farci molto poco visto che non figura come dipendente. E di certo non potrà inserire nel cv quell’attività lavorativa.

Braccianti agricoli come schiavi

I braccianti agricoli sono i nuovi schiavi; a dirlo i dati del rapporto #sottoterra – Indagine sul lavoro sommerso in agricoltura, realizzato da Eurispes e da Uila, Unione italiana lavori agroalimentari. C’è chi per 12 ore di lavoro al giorno in nero una paga di circa 20 euro, ossia 1,60 euro/ora o chi percepisce 35 euro al giorno per raccogliere le ciliegie. Cifre che sono ben al di sotto della media sindacale e che dovrebbero farci vergognare.

Sul lavoro agricolo per la CGIL serve un collocamento pubblico

 L’Illegalità nel settore si combatte con il collocamento pubblico, ecco la proposta del maggiore sindacato italiano che, nell’ambito delle iniziative per il Piano del Lavoro , vede la creazione di un nuovo mercato del lavoro nel settore agricolo, che sia all’insegna dei diritti, della dignità e della legalità.

Sanatoria immigrati 2012, le indicazioni dell’INPS

 L’Inps informa che è finalmente possibile pagare per la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari irregolarmente occupati, compresi quelli adibiti ai lavori domestici, dichiarando allo sportello unico per l’immigrazione l’esistenza di uno o più rapporti di lavoro irregolari.

Sanzioni sfruttamento lavoratori

 Il d.lgs. 109/2012, entrato in vigore pochi giorni fa, apporta alcune importanti novità in materia di punizione per lo sfruttamento dei lavoratori. In particolare, sono state inasprite le sanzioni del reato di intermediazione illecita e di sfruttamento del lavoro, considerata come attività organizzata di intermediazione, reclutamento di manodopera o organizzazione di attività lavorativa caratterizzata da sfruttamento, mediante violenza, minaccia o intimidazione, con approfittamento dello stato di bisogno o di necessità dei lavoratori.

Nuove sanzioni per gli imprenditori che utilizzano lavoratori clandestini

 Il Governo Monti ha recentemente varato un nuovo decreto legislativo che vieta l’avvio di future attività a chi è stato condannato per avere assunto manodopera straniera illegale, anche in presenza di sentenza non definitiva. L’iniziativa del governo intende porre un freno ad un comportamento illecito dei datori di lavoro.

Non solo, il dispositivo legislativo prevede il  rilascio di temporanei permessi di soggiorno a favore delle vittime di illecito che sporgono denuncia: una nuova iniziativa che mira a contrastare il fenomeno del lavoro nero utilizzato dai datori di lavoro che fanno  ricorso a lavoratori stranieri clandestini. Il decreto legislativo varato dal governo prevede chi è stato condannato per avere sfruttato o assunto personale straniero privo del permesso di soggiorno (o con permesso scaduto) non potrà ottenere il nulla osta per avviare successive attività imprenditoriali.

Pubblicato il Rapporto 2011 sull’attività di vigilanza in materia di lavoro e previdenziale

 È disponibile l’edizione 2011 del Rapporto annuale sull’attività di vigilanza in materia di lavoro e previdenziale, redatto ai sensi dell’articolo 20 della Convenzione OIL C81 dell’11 luglio 1947.

Obiettivo del rapporto è quello di dare una rappresentazione dell’attività di controllo svolta dal personale ispettivo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’INPS, dell’INAIL e dell’ENPALS e dei relativi risultati, cercando di evidenziare come questi ultimi siano strettamente legati anche all’evoluzione del mercato del lavoro nei diversi settori economici e comparti territoriali, con particolare riferimento alla notevole diffusione delle tipologie contrattuali diverse dal tradizionale contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato.

Una banca dati contro il sommerso dall’Inail

 L’Inail intende mettere in campo misure sempre più dirette per cercare di contrastare il lavoro sommerso attraverso uno speciale Osservatorio dei lavoratori regolarizzati che consentirà di rielaborare a tutto campo le rilevazioni dell’attività ispettiva, consentendo una lettura dettagliata del fenomeno e un significativo rafforzamento delle strategie di intelligence.

Per ora è accessibile online solo dal personale dell’Istituto, ma la banca dati potrà essere a disposizione e operare ‘in sinergia’ con tutti i soggetti istituzionali che agiscono contro una piaga sociale che, in Italia, ha assunto nel tempo dimensioni macroscopiche.

I controlli dell’Inail sul sommerso

 L’Inail informa che ammontano a più di 56 milioni di euro, al netto di sanzioni civili e interessi, i premi omessi accertati attraverso l’attività di vigilanza nel corso del 2011: un dato che mostra e pone in evidenza un incremento di quasi del 9% rispetto all’importo accertato nell’anno 2010. Il lavoro condotto dall’Inail pone in risalto che in 18.145 aziende delle 21.201 ispezionate si sono riscontrate irregolarità: secondo le fonti Inail il lavoro condotto con Inps, Enpals e Ministero del Lavoro ha fatto emergere 278.268 lavoratori irregolari.

Il sistema sanzionatorio del nuovo apprendistato

L’Inail intende fare chiarezza dell’impianto sanzionatorio del nuovo Testo Unico sull’apprendistato. Infatti, con la nota prot. n. 434 del 23 gennaio 2012, l’Ente di prevenzione infortuni intende fare chiarezza in materia di sanzioni amministrative collegate al Testo Unico dell’apprendistato, distinguendo tra gli inadempimenti formativi e l’inosservanza dei principi previsti dal decreto legislativo n. 167/2011.

Nel primo caso,che tra l’altro rientrerebbe tra le mansioni attribuite in via esclusiva al personale ispettivo delle struttture territoriali del  ministero del lavoro, l’ente precisa che in caso di avvenuto accertamento da parte degli ispettori dell’Istituto occorre segnalarlo nei modi consueti con la possibilità di  recuperare la realizzazione della formazione.