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Turismo, dalla CGIL la campagna sui diritti

La FILCAMS, federazione di categoria appartenente alla CGIL, ha deciso di lanciare la sua campagna sui diritti e contro il lavoro nero nel settore del turismo; in effetti, in questo settore è molto diffuso il lavoro irregolare e non si ha la percezione dei propri diritti in ambito lavorativo: ecco perché si è deciso di promuovere in diverse località turistiche e balneari diverse iniziative finalizzate ad offrire maggiori informazioni.

Una Campagna per affrontare e contrastare il lavoro sommerso, in un settore come quello del Turismo, in cui è molto diffuso a causa della forte stagionalità che lo caratterizza. Sono quasi un milione i lavoratori impiegati in questo settore, e in alcune stagioni la cifra sale ad un milione e mezzo, di questi, il 35% lavora in nero e il 15% è costituito da lavoratori immigrati.

Secondo l’osservazione di Lucia Anile della FILCAM CGIL

La maggior parte delle imprese mira il più possibile a ridurre il costo del lavoro, accentuando così le dinamiche del sommerso, che alimentano il precariato

Il fenomeno del lavoro sommerso e irregolare risulta sensibilmente aumentato nell’ultimo periodo a causa della crisi economica.

Soprattutto, per la CGIL, sono aumentate quelle forme di lavoro grigio, cioè parzialmente regolato, che nasconde diverse forme di lavoro sommerso e irregolare, come: contratti atipici; contratti registrati come part-time, ma con reale orario di lavoro full-time pagato fuori busta; contratti a chiamata svolti con regolarità, utilizzo in nero di lavoratori in Cassa integrazione o in mobilità.

Inoltre, i bassi salari e le pratiche irregolari contribuiscono negativamente mantenendo bassa la qualità del settore perchè

consentono ad aziende che in un sistema produttivo innovativo e dinamico potrebbero essere emarginate, di rimanere in vita

In questo contesto infatti, risparmiando sui costi del personale riescono a rimanere all’interno del mercato. I contratti irregolari e la scarsa tutela dei diritti si ripercuotono, inoltre sull’occupazione femminile, che rappresenta il 58% del settore.

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