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Whistleblowers: gli spifferai magici 

Secondo Wikipedia, il primo risale al 1564. Chi sono? I whistleblowers – cioè persone che denunciano abusi governativi o di grandi aziende. In molti casi licenziati, sempre perseguitati e, qualche volta, persino uccisi.

A scorrere l’elenco dell’Enciclopedia libera, nomi che hanno fatto Storia:

  • Frank Serpico – il poliziotto americano di origini campane che denunciò la corruzione sistematica nel dipartimento di Polizia di New York e la cui storia diventò un film con Al Pacino.
  • Mark Felt – l’agente del FBI che aiutò i giornalisti del Washington Post a fare luce sullo scandalo Watergate.
  • Christopher Wylie – l’informatico canadese che fornì al Guardian i documenti su Cambridge Analytica, possessore non autorizzato dei dati personali di 87 milioni di utenti Facebook.
  • Edward Snowden – consulente della CIA e già protagonista dello scandalo NSA Gate nel 2013, assieme a Julian Assange e Chelsea Manning, rispettivamente fondatore e terzo collaboratore di Wikileaks.
  • Li Wenliang – il medico di Wuhan che aveva cercato di dare l’allarme sull’epidemia di Covid19, accusato dalla polizia di “aver fatto commenti falsi su Internet” e morto a soli 33 anni.
  • Frances Haugenl’informatica con un ruolo proprio nel dipartimento «di integrità civica» di Facebook, che rivelò alla BBC come il più diffuso social media insegua il profitto a discapito della sicurezza pubblica. 

“Da Assange a Wylie, il difficile mestiere del whistleblower”

Così titolava IlSole24Ore a marzo 2018, a solo un anno dalla legge del 2017. Sofferta, insufficiente e disapplicata. E ora? Ci prepariamo all’infrazione numero 100, proprio sulla Direttiva europea che riguarda i segnalatori di corruzione, frodi e abusi.

Come funziona la Direttiva UE, che scade questo 17 dicembre e che l’Italia non sembra voler recepire, ce lo racconta bene Maria Capozzawhistleblower, Web Reporter e Avvocato «di ferro» salito agli onori della cronaca per le sue denunce sugli Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficienza (IPAB). 

Per quanto riguarda il soldo pubblico buttato sulle multe europee, soltanto due dati:

  • Dal 2012 al 2019, le infrazioni UE ci sono costate 78 milioni di euro all’anno.
  • Solo dal 2011 al 28 febbraio 2019, l’Italia ha versato nelle casse UE 589 milioni di euro.

Solo che la reticenza del sistema significa danni reali alle persone. Chi denuncia subisce anni di ritorsioni punitive. E senza le tutele concesse ai «pentiti», anche se assassini della criminalità organizzata. Non è un paradosso?

Gli stessi whistleblowers famosi – beniamini dei social media, del giornalismo d’inchiesta o del cinema – hanno subito e subiscono. Dal licenziamento alla pallottola in testa, come nel caso di Serpico. Perché raramente si riesce a tutelarli, anche per via delle differenze di mentalità e di legislazioni. Che a volte premiano e a volte uccidono.

«La Strada della Fama»The Walk of Fame – non protegge. Poi, certo: affrontare il mobbing, i ricatti, le minacce e le ritorsioni senza i riflettori è ancora più difficile. Davide contro Golia, al patto di trovare il coraggio e la fionda. Perché quello che annienta davvero è l’abbandono, da parte di un mondo per il quale non esisti. Le centinaia di coraggiosi non esistono. Come ben titola un articolo di Attualissimo, “I morti sul lavoro che nessuno conta”.

“Nell’oscurità la democrazia muore”, si legge sopra la testata del Washington Post. “La democrazia è governo del potere pubblico in pubblico”, insegna Norberto Bobbio. Per fortuna, come ci ricorda il collega Arturo Di Corinto nel suo articolo sull’informazione scomoda, “lì dove alligna il male, cresce anche l’antidoto”. E noi, le nostre sentinelle della legalità, ce le abbiamo. 

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