Home » Agevolazioni ritorno cervelli in fuga

Agevolazioni ritorno cervelli in fuga

 Una circolare dell’Agenzia delle Entrate introduce alcuni importanti chiarimenti sul meccanismo che dovrebbe incentivare il ritorno dei cervelli in fuga, intendendo per tali tutti i cittadini dell’Unione Europea, nati dal 1 gennaio 1969, che dal 20 gennaio 2009 abbiano svolto all’estero, risiedendovi per almeno due anni, attività di lavoro post lauream, o attività di studio, conseguendo un titolo accademico.

Due sono le principali condizioni per poter ottenere il beneficio. Con la prima, viene resa necessaria un’attività lavorativa in Italia. In altri termini, il cervello reimpatriato dovrà essere assunto con contratto di lavoro dipendente, iniziare una collaborazione (co.co.co. o lavoro a progetto), cominciare un’attività di lavoro autonomo, artistica o professionale, in forma individuale o associata, avviare un’attività di impresa in forma individuale o collettiva.

Con la seconda condizione, invece, si rende necessario il trasferimento della residenza e del domicilio del cervello in fuga entro tre mesi dall’avvio dell’attività di lavoro.

Per quanto riguarda l’agevolazione di cui abbiamo fatto cenno, ricordiamo trattarsi dello sgravio sulle tasse dei redditi da lavoro. Il reddito dell’attività lavorativa (sia essa dipendente o assimilata, di impresa, autonoma), è infatti imponibile nella misura del 20% per le lavoratrici (pertanto, l’imponibile sarà scontato dell’80%) e del 30% per i lavoratori (quindi, l’imponibile sarà scontato del 70%). L’incentivo si applicherà per un massimo di cinque periodi di imposta, fino al 2015.

Per quanto concerne infine il recupero del bonus relativo al 2011, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato di aver riaperto i termini per l’emissione del Cud da parte dei datori di lavoro fino al 31 maggio, al fine di poter consegire un nuovo conguaglio. In alternativa, rimane l’istanza di rimborso all’Agenzia delle Entrate.

ESODATI, POSSIBILE DECRETO IN ARRIVO

Sulla determinazione del reddito, le Entrate ricordano come la stessa venga effettuata sulla base delle norme ordinarie del Tuir, scomputando dal reddito complessivo gli oneri deducibili e tenendo conto delle detrazioni familiari.

2 commenti su “Agevolazioni ritorno cervelli in fuga”

  1. Lettera aperta a Elsa Fornero Ministro del lavoro e Giorgio Squinzi presidente di Confindustria
    oggetto: Agenzia delle Entrate, in arrivo agevolazioni fiscali per il rimpatrio dei “cervelli”
    Alla Vostra cortese attenzione, al rimpatrio dei cervelli deve corrispondere l’esilio degl’imbecilli.
    Poiché un dibattito sulla stupidità, forse è meglio per ovvie ragioni di etichetta definirla “improduttività dei dirigenti”, non è mai stato affrontato pubblicamente, e considerato il particolare momento di crisi economica, le polemiche sulla flessibilità, produttività e il confronto concorrenziale dei costi nella globalizzazione sfavorevole per l’Italia, poiché direttori e quadri portano troppo in alto l’indice del costo del lavoro.. (gli imprenditori anziché chiedersi quanto costa un operaio, dovrebbero chiedersi quanto costa un dirigente).. penso che non sia affatto un tabù discuterne nelle sedi opportune affinché si avvii al più presto un disciplinamento in merito.
    Molto spesso nelle aziende, ma anche nella pubblica amministrazione e nel mondo politico, i capi non sono affatto operativi, sono sterili di idee e si limitano esclusivamente al comodo ruolo di rappresentanza interna tra i vari livelli delle maestranze e più delle volte rappresentano se stessi facendo uso del linguaggio del corpo.
    Sono convinto che verrebbe fuori una bella e costruttiva disputa tra chi non fa di tutta l’erba un fascio e chi pensa come il sottoscritto che in un seminato o sono tutti intelligenti o tutti stupidi.
    In un collegio dirigenziale se prevale l’intelligenza, l’imbecille non avrebbe chance di imporsi e coabitare, mentre in quello opposto sarebbe esattamente il contrario.
    Dove già domina la stupidità in un qualsiasi ambiente di lavoro, gli incapaci sono apprezzati, presi in considerazione e avviati in carriera poiché non innescano rivalità professionale, i capi stupidi temono la competizione. Gli imbecilli sono potenzialmente scarsi e non creano imbarazzo mettendo in luce l’incompetenza.. e convivono in simbiosi.. tra cani non si mordono (se non concorrono per lo stesso obiettivo). Invece chi sin da subito rivela talento viene mobbizzato e messo in condizione di non poter nuocere da chiunque è consapevole di avere posizione non meritata.
    Purtroppo il fenomeno della presenza dei capi imbecilli avviene con ricambio esponenziale ed è in crescita, caricando sempre di più i passivi aziendali.
    I dirigenti stupidi, oltre ad essere incapaci nel proprio mestiere, sono anche di basso profilo etico, attributi concatenati.. se si trovano in un pasticcio pur di scaricarsi dalle proprie responsabilità sono abili ad incolpare chiunque, ma sono sempre pronti ad accollarsi meriti altrui. E se si vedono ad un certo punto della propria carriera in prossimità di un imbuto, intensificano le leccate ai diretti superiori e ognuno, pur di mettere in difficoltà per scavalcarlo, complotta contro il rivale, sembrano più ratti che cani, sono codardi e agiscono con pretesti personali e non mettendosi in evidenza con contesti professionali.
    Queste condotte sono una piaga quotidiana, rendono impestato l’ambiente lavorativo = meno rendimento.. e si tratta di produrre in malora, ma ora si muore anche per la stupidità di un comandante, com’è accaduto a Costa Concordia. La dilagante stupidità dei direttori non può essere più accettata.. la sindrome di schettino ci sta affondando tutti, è devastante.
    Parliamoci chiaro, la crisi economica non è una cosa venuta dal cielo né saturazione dei mercati, per cui l’unica causa possibile è l’incompetenza di chi ha poteri decisionali che decide male, o non decide affatto.
    Cosa accadrà senza il 18?.. Il mobbizzato verrebbe licenziato poiché “apparentemente” è il più debole, ma è colui che lavora di più e che viene spostato continuamente dove fa comodo al capo, quindi rimarrebbe comunque al proprio posto. Il fannullone neanche a parlarne perché è anche il più arrogante nei confronti del capo. L’imbecille, che non si sa neanche dove collocarlo ma fa comodo per dare l’impressione che è il capo che fa la differenza, per cui resterebbe al proprio posto…
    C’è assolutamente bisogno di derattizzare gli ambienti di lavoro e di investire nei cervelli d’opera e nella mano d’opera e non negli abiti del monaco come si è sempre fatto e si continua ancora a fare.
    Se fannulloni e ladri fanno “storia”, le ultime parole famose di Marcegaglia, è perché sono remissivi i capi stupidi altrimenti non starebbero oltre il terzo giorno sui luoghi di lavoro. Se, come dice ancora Marcegaglia, è colpa dei giudici che reintegrano fannulloni e ladri, si potrebbe indurli alle proprie responsabilità, Berlusconi contro di loro ha già infranto un tabù, e non solo i giudici ma anche i medici dalla certificazione facile.
    La informo che non ho mai avuto riscontro a questa stessa lettera dal suo predecessore Emma Marcegaglia, forse perché ha qualche schettino nell’armadio.

    Per il sottoscritto questo argomento non lo è assolutamente una proibizione sacra, pertanto ho avuto l’ispirazione a scrivere e mettere online la mia esperienza sul rapporto con la stupidità dei miei ex direttori dello stabilimento di laterizi Ala Fantini di Montemesola (Taranto) di proprietà del Gruppo Fantini di Lucera (Foggia), dal titolo “La vera storia del re nudo”
    qui: http://www.montemesolaonline.it/Laterizi.htm

    Distinti Saluti
    Coro Cosimo

    Rispondi

Lascia un commento