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Buono pasto, istituto da rivedere

Il buono pasto è un beneficio che viene concesso dal datore di lavoro per sopperire alla mancanza di un servizio mensa presente nella struttura produttiva.

In effetti, il buono pasto si configura come uno strumento estremamente flessibile e importante per i lavoratori che in questo modo riescono a usufruire del pasto giornaliero in ogni situazione di lavoro in cui le imprese o gli enti pubblici, dove prestano la propria attività lavorativa, non ritengono opportuno o conveniente dotarsi di una mensa aziendale.

Il valore del buono pasto, fino all’ammontare di € 5,29 è esente da oneri contributivi e previdenziali per il datore di lavoro e da trattenute fiscali per il dipendente.

Al contrario c’è chi ritiene che il buono pasto è un istituto da rivedere. Infatti, Lino Stoppani, presidente della FIPE – Federazione italiana pubblici esercizi – è del parere che

Se anche alcune catene della grande distribuzione cominciano a rifiutare i buoni pasto vuol dire che la situazione è arrivata davvero al culmine […] Il problema sta nel sistema di aggiudicazione delle gare di appalto dei servizi sostitutivi mensa che trasferisce sulla filiera dei pubblici esercizi tutti gli svantaggi per aggiudicazioni effettuate a valori molto inferiori rispetto al nominale. L’uso del buono pasto inoltre ha ormai profondamente tradito il suo principio ispiratore, trasformandolo da titolo di credito mirato a consumare il pasto nell’intervallo di lavoro, a semplice buono spesa utile per comperare di tutto, con evidenti irregolarità anche di natura amministrativa-fiscale.

Il mercato dei buoni pasto è vasto e interessa più di 2.6 milioni di lavoratori e migliaia di aziende. I buoni pasto sono usufruibili in più di 100,000 tra bar, ristoranti ed esercizi convenzionati.

Gli esercenti lamentano le commissioni e i pagamenti in ritardo dei buoni, ma la soglia dell’esenzione: nel 1998 è stata fissata in 5,29 euro e, da allora, non è più stata cambiata.

Al contrario, Sandro Fertino, presidente dell’Anseb, non è dello stesso parere. Secondo Fertino le osservazioni di Lino Stoppani non corrispondono pienamente al vero e non risultano all’Anseb casi di rifiuto.

1 commento su “Buono pasto, istituto da rivedere”

  1. Edenred Italia, presente nel mercato dei buoni pasto con il marchio Ticket Restaurant, intende fornire il proprio punto di vista nel dibattito presente nei media in queste ultime settimane riguardo i buoni pasto, con particolare riferimento alla posizione presa dalla Fipe a causa delle elevate commissioni praticate dagli emettitori e dei ritardi nei tempi di rimborso.

    Edenred ci tiene a sottolineare che questi problemi non riguardano in nessun modo il marchio Ticket Restaurant. Nella gestione del servizio, Edenred presta da sempre massima attenzione a tutti gli attori della filiera, in particolare agli esercenti, partner fondamentali per l’erogazione del servizio, ai quali vengono garantiti tempi di rimborso puntuali, trasparenza e correttezza amministrativa, nonché le commissioni più vantaggiose tra quelle presenti nel settore.

    Per questo Edenred invita tutti gli esercenti a esprimere il loro gradimento verso le aziende corrette e a indicare i nominativi di quelle con le quali hanno difficoltà a lavorare.

    Inoltre, Edenred da tempo chiede una revisione del quadro normativo volta a correggere le attuali distorsioni e a riportare dinamiche più corrette nel mercato dei buoni pasto.

    Maggiori informazioni su http://www.edenred.it

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