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Busta paga, gioie e dolori

Possiamo dividere idealmente la busta paga in tre sezioni.

La prima è composta dagli elementi fissi (retribuzione diretta) presenti in modo stabile e determinati dai CCNL e dal contratto di assunzione. Il loro valore è normalmente costante nei mesi e varia solo in alcune circostanze (rinnovo contrattuale, maturazione dello scatto d’anzianità, ecc.).

La seconda è composta invece da elementi variabili (retribuzione indiretta) caratterizzati dalla specificità del mese di riferimento. Il loro valore è legato allo svolgimento concreto dell’attività lavorativa.

Infine, la terza è composta  dagli elementi detrattivi che conducono al netto, cioè le trattenute fiscali e quelle di natura contributiva previdenziale.
IL DL 112/2008 ha abrogato il libro matricola e il libro paga e introdotto il libro unico del lavoro. Il Libro unico del lavoro ha la funzione di documentare al lavoratore lo stato effettivo del proprio rapporto di lavoro e agli organi di vigilanza se siano stati correttamente eseguiti gli obblighi previdenziali, fiscali e amministrativi.

La busta paga deve riferire al suo interno il mese di retribuzione cui si riferisce lo stipendio. Deve, inoltre, contenere informazioni che servono a identificare in maniera univoca il dipendente, come per esempio la qualifica. Il codice civile (art. 2095) individua quattro figure professionali: dirigenti, quadri, impiegati e operai. I singoli CCNL, o le leggi speciali, hanno ampie facoltà di identificare figure intermedie e professionalmente diverse come l’apprendista.

Ricordiamo che le voci inserite in questa lista sono presenti nella maggioranza dei casi, alcuni contratti possono prevedere categorie diverse, ad esempio i premi di produzione.

La retribuzione diretta è relativa all’effettiva prestazione del dipendente ed è stabilita dal contratto collettivo su base mensile. Gli elementi che fanno parte della retribuzione diretta sono i seguenti:

  • Paga base. Il Contratto Nazionale di categoria (CCNL) determina un valore economico per la paga base finalizzata a retribuire la diversa professionalità per ogni livello di inquadramento.
  • Contingenza. Fino al 1991 era un meccanismo automatico che variava in funzione del costo della vita. Oggi questo istituto non esiste più e di conseguenza il suo importo è rimasto congelato in funzione dei livelli di inquadramento. Il minimo contrattuale è l’insieme della paga base e della contingenza.
  • Elemento Distinto dalla Retribuzione (EDR). È stato introdotto dal 1992 a titolo di risarcimento per i punti non maturati della scala mobile. L’EDR è una cifra fissa pari a 10,33 euro mensili e fa parte della retribuzione obbligatoria.
  • Scatti di anzianità. È un dato statistico utilizzato come incremento retributivo in funzione del lavoro prestato presso la stessa azienda. La durata e la quantità degli scatti sono determinati dai Contratti Nazionali di Categoria (CCNL).
  • Superminimo. È una voce retributiva fissa concordata dal lavoratore per incrementare a livello individuale la propria retribuzione. Esistono normalmente due tipologie di superminimo: assorbibile e non assorbibile.
  • Terzo elemento. E’ una quota di retribuzione, ottenuta tramite la contrattazione aziendale, normalmente diversificata per livelli di inquadramento ed erogata mensilmente. A volte, in modo particolare per le piccole aziende, è un accordo stabilito a livello provinciale.

Vediamo le altre voci che possiamo trovare nel cedolino:

  • Competenze. In questo riquadro troviamo gli importi lordi erogati nel mese a favore del dipendente (ovvero il valore della retribuzione di fatto).
  • Festività. La festività è una voce retributiva variabile che viene corrisposta in busta paga. Sotto questa voce troviamo le festività stabilite per legge (L. 260/1949) e quelle ottenute dalla contrattazione collettiva.
  • Trattenuta ente bilaterale. Per i lavoratori del terziario è sempre presente.
  • Addizionale regionale e comunale. L’importo è determinato applicando l’aliquota stabilita dalla Regione e dal Comune in cui il contribuente è residente.
  • Ferie. È un periodo di riposo annuale retribuito secondo l’art. 36 della Costituzione e l’art. 2109 del Codice civile. In diversi riquadri viene presentata la situazione delle ferie individuali: residue, maturate, godute e riferite all’anno precedente.
  • Permessi. Il dipendente, grazie alla contrattazione collettiva, dispone di un certo numero di permessi retribuiti. In busta paga è messo in evidenza, come per le ferie, la situazione personale attraverso le voci residui, goduti, maturati e riferiti all’anno precedente.
  • Rimborso spese. In questo riquadro trovano posto le somme corrisposte al dipendente dal datore di lavoro a titolo di rimborso per le spese effettuate nello svolgimento della mansione lavorativa. Questa è una voce neutra.
  • Totale lordo. È l’insieme delle voci retributive del mese corrente.
  • Imponibile contributi sociali. È l’imponibile utilizzato per il calcolo dei contributi previdenziali e assistenziali, ed è su questo imponibile che si calcola la quota da versare al fondo pensioni dell’istituto previdenziale di riferimento.
  • Imponibile fiscale. È la quota utilizzata dal datore di lavoro per calcolare la tassazione diretta (D.P.R. 917/86 e successive).
  • IRE lorda. È la quota calcolata dal datore a cui devono essere sottratte le detrazioni.
  • Detrazioni. È la cifra stabilita secondo le normative fiscali dei carichi familiari. In realtà la voce è divisa in vari riquadri: detrazioni figlio a carico, la detrazione del coniuge e del lavoro dipendente.
  • Totale trattenute fiscali. Insieme delle trattenute fiscali.
  • Totale detrazioni. Sommatoria delle detrazioni spettanti al dipendente.
  • Netto in busta. In questo riquadro è presente la retribuzione effettiva mensile al netto di ogni trattenuta.

Alla fine dell’anno il datore di lavoro deve eseguire poi il conguaglio sulle somme versate e realmente percepite. A questo proposito troviamo, con il cedolino di Dicembre, un riquadro specifico con le somme a debito o a credito.

Nel cedolino sono inoltre presenti diversi dati statici che forniscono al dipendente un’informazione più ampia sulle procedure utilizzate.

Da alcuni anni si trovano in busta paga informazioni sull’accantonamento del TFR. In particolare in un apposito riquadro si pone in evidenza la quota di TFR maturato.

Il datore di lavoro deve fornire il progressivo annuo delle singole voci.

Esistono altri elementi variabili del mese che non trovano posto in uno specifico riquadro, ma sono espressamente indicati, come ad esempio il lavoro straordinario.

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