Contratto a tempo determinato, cosa cambia con la riforma

 Il contratto a tempo determinato è uno dei rapporto di lavoro maggiormente rivoluzionati con la riforma del mercato del lavoro. Innanzitutto, a cambiare è la “causale” del contratto stesso, che mentre fino ad oggi era sempre stata necessaria per ogni assunzione a termine, oggi non è richiesta per il primo contratto a termine di durata non superiore a 12 mesi (oltre tale termine, il rapporto non è prorogabile).

La durata massima del contratto di lavoro a tempo determinato è ora fissata in 36 mesi, contando anche i periodi di somministrazione a termine (prima era di 36 mesi, ma senza contare i periodi di somministrazione a termine). La prosecuzione oltre il termine è consentita per un massimo di 30 giorni se il contratto ha durata fino a 6 mesi (ex 20 giorni) e fino a 50 giorni se il contratto ha durata oltre 6 mesi (ex 30 giorni).

Nuovi costi contratti flessibili

 Uno dei principali perni della riforma del lavoro firmata dal ministro Elsa Fornero ruota sulla necessità di rendere il contratto a tempo indeterminato quale contratto dominante all’interno del nostro sistema occupazionale, “introdotto” da un precedente contratto di apprendistato. Un percorso pressochè guidato per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, che andrà ad operare in sinergia con le altre forme contrattuali flessibili che il governo vuole scoraggiare attraverso una maggiore onerosità degli stessi.

In particolar modo, per il contratto a tempo determinato è stato previsto un aumento del costo del lavoro attraverso incremento dell’aliquota contributiva per l’ammortizzatore Aspi maggiorata di 1,4 punti percentuali, e una minore flessibilità nell’utilizzo (aumento dell’intervallo di tempo per la reiterazione dei rapporti a termine che passa dai 10 – 20 giorni precedenti agli attuali 60 – 90 giorni). Ancora, per i contratti di apprendistato di cui abbiamo già fatto cenno, risultano in essere maggiori vincoli all’assunzione (il datore di lavoro dovrà dimostrare di aver convertito a tempo indeterminato almeno il 50% dei contratto di apprendistato dell’ultimo triennio).

Tensione alla Ferrari, no allo sciopero di sabato

Di sabato non si sciopera, ecco la richiesta della direzione aziendale inviata ai rappresentanti territoriali di Fim-Cisl e Fiom-CGIL attraverso una lettera nella quale venivano diffidati dal proclamare astensioni dal lavoro durante i sabati di straordinario.

Ricordiamo che il sabato lavorativo è contemplato dal contratto nazionale e confermato dagli accordi siglati nel maggio scorso dagli stessi sindacati con l’azienda.

La Fim-Cisl ha deciso, al contrario, di usare toni concilianti.

La richiesta dell’azienda di Maranello è giusta e il contratto di riferimento nazionale non è in discussione; infatti, l’azienda deve poter contare sulla esigibilità della normativa contrattuale relativa agli straordinari esenti dalla informazione alle rsu così come prevede l’articolo 7 del contratto nazionale alla sezione IV.

Scuola, domande per il decreto salva precari

Il ministero dell’Istruzione, con la nota n. 7837 del 31 agosto scorso, ha messo in evidenza la lista dei distretti scolastici utili per l’inserimento negli elenchi prioritari relativi all’anno scolastico 2010/2011.

In base al decreto del 30 luglio 2010 n. 68 è opportuno ricordare che può presentare la domanda il personale docente ed educativo che soddisfa determinate condizioni.

Per prima cosa il candidato deve aver conseguito nell’anno scolastico di riferimento 2008/2009 la nomina a tempo determinato con una durata annuale, o fino al termine dell’anno scolastico, una supplenza di almeno 180 giorni in un unico plesso scolastico.

Lavoro e disabilità: Modena, contributi alle imprese che assumono

 Ammontano a quasi 400 mila euro le risorse che la Provincia di Modena ha stanziato per incentivare l’assunzione, da parte delle imprese, di lavoratori con disabilità. A darne notizia è l’Amministrazione provinciale nel sottolineare come i termini di presentazione delle domande siano due: il primo scade lunedì prossimo, 21 giugno 2010, a valere sulle assunzioni effettuate nell’anno 2009, mentre per quelle effettuate o che saranno effettuate nel 2010 il termine ultimo è quello dell’11 novembre 2010. I fondi, che saranno concessi alle imprese sotto forma di contributi, risultano essere così suddivisi: per il 2009 60 mila euro sono per le assunzioni a tempo determinato, mentre ben 170 mila euro sono destinate alle assunzioni a tempo indeterminato. Per il 2010 100 mila euro sono destinati alle assunzioni a tempo indeterminato, e 50 mila euro per quelle a tempo determinato fermo restando che a favore delle aziende private che non operano sotto la forma giuridica delle cooperative sociale, sarà destinata una quota dei contributi pari al 70%.

Regione Veneto: sostegno al reddito per i lavoratori parasubordinati

 La Regione Veneto ha stanziato quattro milioni di euro a favore dei cittadini che, in qualità di lavoratori parasubordinati, hanno perso lo scorso anno il posto di lavoro e sono ancora inoccupati o disoccupati. L’obiettivo è quello di contribuire al sostegno al reddito di un migliaio di lavoratori veneti attraverso l’erogazione di un contributo pari a seicento euro mensili per un periodo di quattro mesi. La misura è stata messa a punto dalla Regione Veneto in base alla Legge regionale numero 3 del 2009, con i beneficiari che, oltre al contributo relativo al sostegno al reddito, potranno fruire, sempre per un periodo pari a quattro mesi, di interventi finalizzati ad attuare politiche attive in materia di occupazione.

Busta paga, gioie e dolori

Possiamo dividere idealmente la busta paga in tre sezioni.

La prima è composta dagli elementi fissi (retribuzione diretta) presenti in modo stabile e determinati dai CCNL e dal contratto di assunzione. Il loro valore è normalmente costante nei mesi e varia solo in alcune circostanze (rinnovo contrattuale, maturazione dello scatto d’anzianità, ecc.).

La seconda è composta invece da elementi variabili (retribuzione indiretta) caratterizzati dalla specificità del mese di riferimento. Il loro valore è legato allo svolgimento concreto dell’attività lavorativa.

Infine, la terza è composta  dagli elementi detrattivi che conducono al netto, cioè le trattenute fiscali e quelle di natura contributiva previdenziale.

Gli obblighi del datore di lavoro

Se è vero che il lavoratore ha dei doveri nei confronti del datore di lavoro è altresì corretto affermare che lo stesso datore di lavoro abbia degli obblighi nei confronti

Il contratto di apprendistato

Torniamo a parlare di contratti di lavoro prendendo in esame il contratto di apprendistato. Si tratta di un contratto in piena regola in cui il lavoratore percepisce uno stipendio da parte del datore di lavoro. Datore di lavoro che si impegna a fornire le competenze necessarie per la crescita professionale del lavoratore.

La legge Biagi del 2003 ha individuato tre principali tipologie di contratto di apprendistato:

1) Quello per il diritto – dovere di istruzione e formazione. I destinatari sono i più giovani ed è stato creato per consentire loro una facilità maggiore di accesso al mondo del lavoro. Ha una durata massima di 3 anni.

2) Un apprendistato cosiddetto professionalizzante. Destinatari in questo caso sono i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni. Questo tipo di apprendistato permette di ottenere una qualifica grazie ad una formazione sul lavoro. Può durare da 2 a 6 anni.

3) Il terzo tipo di apprendistato riguarda  invece un diploma o un percorso di alta formazione.

Dublino e il lavoro

1) Nella capitale irlandese esiste un minimo salariale (che riguarda qualsiasi lavoro) di tutto rispetto che è di circa 8,50 euro. Inoltre, se in Italia una commessa guadagna 5 euro/h, a Dublino può arrivare a percepire anche 10-12 euro/h. Certo: è tutto rapportato al costo della vita che è molto più alto rispetto a quello che c’è da noi, ma si tratta comunque di una cifra più che raddoppiata.

2) Se volete andare in Irlanda per la lingua ma vorreste anche lavorare vengono stipulati dei contratti estivi (della durata di 3 mesi), di 6 mesi o di un anno. Per il discorso affitto in centro, la cifra non sembra discostarsi da quella che si potrebbe pagare vivendo a Roma (almeno stando ad alcune testimonianze di ragazze che hanno deciso di trasferirsi per un po’ di tempo nella capitale irlandese).