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I casi vari delle norme pensionistiche, fra esoneri e deroghe

 Precisiamo che ci sono delle categorie di lavoratori che non rientrano nelle nuove norme del sistema pensionistico a partire dal 2012 e quindi ne sono esonerate, e altre per le quali invece sono previste delle deroghe alle nuove norme pensionistiche rapportate ovviamente alle categorie cui appartengono.

Fra coloro che possono beneficiare della deroga al nuovo sistema pensionistico rientrano i lavoratori uomini dipendenti del settore privato, titolari di un contratto di lavoro come dipendenti del settore privato. Questi lavoratori possono beneficiare della deroga alle nuove norme pensionistiche se maturano il requisito della pensione di anzianità previsto nel 2012, cioè la quota 96 (ovvero 60 anni + 36 anni = quota 96), confermata anche nel 2012.

Si può andare in pensione anche con minimo 60 anni di attività lavorativa e 35 anni di contributi se si hanno i requisiti del 2011, cioè se un lavoratore uomo del settore privato raggiunge quota 96 ed un minimo di 60 anni di età e 35 di contributi entro il 31 dicembre 2012. Quindi, per avere la deroga, il lavoratore deve aver compiuto nel 2012 almeno 60 anni di età e 36 anni di contributi, oppure almeno 61 anni di età e con 35 anni di contributi.

Un’altra possibile deroga: in pensione a 64 anni. Di questa la deroga può beneficiare il lavoratore uomo, dipendente, che matura quota 96 nel 2012 e quindi può andare in pensione con due anni di anticipo rispetto ai 66 anni previsti dalla riforma del lavoro.

Anche le lavoratrici dipendenti del settore privato possono beneficiare della deroga se entro il 31 dicembre 2012 maturano un’anzianità contributiva di almeno 20 anni e abbiano almeno 60 anni d’età. In questo caso, le lavoratrici possono andare in pensione a 64 anni, se la condizione di lavoro è più favorevole.

In questo caso, però, bisogna fare una riflessione: se si considera il vecchio requisito di 60 anni di età e della cosiddetta finestra dei 12 mesi di attesa, la lavoratrice ha un danno di circa quattro anni di attesa, ma due anni di vantaggio rispetto ai sei anni.

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