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Cassazione, non si risparmia sulla salute

 La Corte di Cassazione è intervenuta condannando le ragioni economiche nella conduzione della sanità pubblica e convenzionata; in effetti, per la quarta sezione penale, sentenza 8254/11, non è accettabile il ricorso a specifiche logiche di mercato o di economicità gestionale in luogo della logica dell’assistenza perché la struttura sanitaria deve tutelare per prima cosa la salute pubblica.

Non solo, per la Corte il medico non può sottrarsi al suo fondamentale ruolo di custode della salute dei suoi pazienti e non deve rapportare le proprie decisioni solo sulle ragioni di ordine economico-gestionale, ma ha il dovere di verificare le reali condizioni del malato e non accelerare le sue dimissioni non appena si raggiunga la stabilizzazione del quadro clinico del paziente, del quale è, comunque, responsabile.La valutazione di dimissibilità deve essere di ordine medico, non statistico, e deve essere rapportata alle condizioni psicofisiche del malato, alla prognosi circa il decorso successivo ed alla possibilità di proseguire le cure a domicilio.

Nulla vale, a difesa del medico, incolpare le direttive o le linee guida degli ospedali che impongono una gestione più oculata della sanità pubblica in base a precisi criteri di giornate di degenza o di quadro clinico con un andamento positivo; in effetti, per la Corte queste linee guida non hanno valore scientifico ma solo statistico e non intendono sostituirsi alle decisioni o alla prassi medica.

Da più parti si apprezza il lavoro svolto dalla Corte di Cassazione, in modo particolare le associazioni dei medici. Per il segretario dell’Anaao Assomed, Costantino Troise

Condivido assolutamente le premesse, secondo cui l’aspetto professionale deve essere preminente rispetto alle logiche economiche. Ma le conclusioni mi lasciano perplesso. Un evento avverso può capitare in ogni momento, a casa come in ospedale.

Per Riccardo Cassi, presidente del Cimo-Asmd

questa è una sentenza importante che rimette il medico al centro del sistema salute dopo anni di predominanza di logiche economiche che hanno cercato di trasformarlo da professionista in dirigente impegnato a cercare di far risparmiare le aziende

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