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Il CNEL e il lavoro che cambia

Il CNEL, ossia il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, è un organo espressamente previsto dalla nostra carta costituzionale e, secondo quanto prevede l’articolo 99, svolge funzioni di consulenza del Parlamento e del governo per le materie attribuite per mezzo di una legge ordinaria.

Non solo, il CNEL dispone anche di iniziativa legislativa e contribuisce alla elaborazione della legislazione economica e sociale. In base a queste attribuzioni, il CNEL ha recentemente diffuso il suo rapporto finale sull’impresa che cambia, ossia sulle trasformazioni del sistema imprenditoriale in Italia.

Il rapporto del CNEL, dopo un’analisi delle problematiche economiche e sociali, pone in evidenza la necessità di profonde politiche di formazione in grado di incidere, in maniera significativa, sulle politiche di innovazione: le uniche risposte capaci di rispondere alla sfida competitiva attuale.

Il lavoro è oggi profondamente cambiato ponendo in risalto nuovi problemi e nuove esigenze di tipo strutturale: dalla richiesta di un’adeguata politica del lavoro fino a riformare l’innovazione.

Il CNEL pone l’accento sulla necessità di investire nella ricerca e sul capitale umano: unici chiavistelli che possono incidere in maniera significativa sulle politiche di intervento economico e sociale.

Questo connubio costituisce un capitolo fondamentale per il sostegno della competitività del nostro sistema imprenditoriale. Un primo ambito di iniziativa politica nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico deve mirare a introdurre mutamenti strutturali nelle specializzazioni produttive del nostro paese.

Secondo il CNEL occorre definire un nuovo profilo politico che deve comprendere la mobilitazione delle risorse finanziarie adeguate, attraverso un percorso di costante accrescimento degli investimenti pubblici e privati devoluti a tal fine, per giungere almeno a eguagliare l’attuale media dell’UE nel rapporto tra spese attribuite alla ricerca e PIL.

Non solo, occorre anche assicurare che vi sia una certezza pluriennale dei flussi di spesa per consentire agli attori scientifici e tecnologici di pianificare i loro impegni, definendo adeguate strategie di sviluppo e operare un’allocazione di risorse segnata da criteri fortemente selettivi, in modo da concentrare gli impegni su settori di valenza strategica per lo oltre alle agevolazioni pubbliche di natura finanziaria alle imprese.

Infine, così come da più parti viene messo in evidenza (vedi, ad esempio nuova Direttiva Europea sui congedi), si richiede una vera maggiore presenza nella tutela sociale: dal lavoratore precario ad una migliore definizione dei congedi

Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro invita anche a considerare il valore della formazione in tutti i livelli.

Il CNEL, ricordiamo, è stato istituito dalla legge n.33 del 5 gennaio 1957.

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