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Come diventare psicologo dello sport

Essere uno sportivo di professione, nel mondo di oggi, non è di certo un mestiere facile, visto l’alto numero di responsabilità e di impegno richiesto in ogni disciplina. Coloro che dedicano la propria vita alla sport sono spesso affiancati da altre figure professionali che li sostengono e li consigliano nella loro carriera. Si tratta ad esempio degli psicologi dello sport, la professione che oggi vogliamo conoscere meglio. 

Che tipo di lavoro svolge uno psicologo dello sport e come è possibile abbracciare questo tipo di carriera? Di norma uno psicologo dello sport offre ad un atleta quell’assistenza necessaria al fine di superare eventuali ostacoli comportamentali che impediscono di essere competitivi in determinati campi o situazioni.

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In Italia, in realtà, ancora non esiste un percorso unico da seguire per tutti coloro che vogliono diventare psicologi dello sport. Pochi sono i programmi accademici specifici per la psicologia dello sport e gli aspiranti spesso devono sviluppare da soli il proprio curriculum, per poi scegliere le organizzazioni professionali per cui lavorare.

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In questa piccola guida abbiamo quindi raccolto le indicazioni essenziali sul percorso da seguire per abbracciare questa professione e per trovare lavoro nel campo. Ecco quindi come diventare psicologo dello sport.

Come diventare psicologo dello sport

I compiti primari di uno psicologo dello sport consistono ne:

  • la formazione professionale psicologica degli sportivi
  • la valutazione delle questioni personali che incidono sul benessere psicologico
  • l’assegnazione degli esercizi mentali per contribuire a stimolare l’attenzione sui problemi sociali e di sviluppo all’interno di un’organizzazione o di un programma sportivo.

Per poter svolgere il lavoro dello psicologo è dunque necessario come prima cosa conseguire una laurea in psicologia e successivamente seguire un corso post – universitario in psicologia dello sport. Si potrà ad esempio seguire le indicazioni dell’Associazione Italiana Psicologia dello Sport (AIPS), che raccomanda la realizzazione di un programma di dottorato di 5 anni, che dispone di corsi di kinesiologia o scienza dello sport e comunque un approfondimento della psicologia industriale e organizzativa.

Dopo gli studi e prima di cominciare a lavorare, sarà necessario seguire un tirocinio in psicologia sportiva, magari, compiendo uno stage nella sede di una organizzazione affiliata o in un’altra organizzazione collegata con la vostra sede accademica. Oltre allo stage potrebbe essere utile anche una esperienza sul campo maturata nell’ambito della psicologia generale o clinica. Dopo gli studi, infatti, un paio di anni di esperienza di lavoro clinico potrebbero essere sicuramente d’aiuto per riuscire a capire come sfruttare al meglio tutte le opportunità di questo lavoro.

Come altri step da superare ci sarebbe poi quello di conseguire l’abilitazione per la pratica professionale della psicologia dello sport da parte delle associazioni regionali di categoria. Si può ad esempio pensare di conseguire la certificazione in psicologia sportiva attraverso il Consiglio Nazionale di Psicologia dello Sport che valuta le richieste di diversi aspiranti che hanno pari esperienza accademica e lavorativa. Per essere ammessi a questa valutazione, tuttavia, è necessario possedere il titolo di dottorato in psicologia dello sport e aver svolto anche una minima esperienza lavorativa.

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