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Conciliazione obbligatoria tra impresa e lavoratore

 Tra le tante iniziative assunte dal governo Monti per cercare di riformare il sistema occupazionale e le liti conseguenti tra impresa e lavoratore, vi è anche l’introduzione di un meccanismo conciliativo obbligatorio. In altri termini, prima di passare alle forme giudiziarie, datore di lavoro e dipendente dovranno attraversare un iter (si spera, rapido) presso le Direzioni Provinciali del Lavoro, dove si cercherà di individuare una condivisa risoluzione extragiudiziale per poter evitare il ricorso al Tribunale.

Un meccanismo che, con la buona volontà delle parti, potrebbe realmente costituire una rapida via di uscita dalle liti tra impresa e lavoratore, che in caso contrario rischierebbe di allungare ulteriormente i tempi di risoluzione delle cause: ad ogni modo, la procedura conciliativa non è certo una novità per il mercato del lavoro italiano, visto e considerato che già la l. 183/2010 prevedeva che le parti sociali potessero dar vita a procedure alternative rispetto a quelle giudiziali, con la possibilità di poter sottoscrivere clausole compromissorie che potessero favorire una risoluzione più celere delle liti.

A proposito di conciliazione, quella tra impresa e lavoratore non è l’unica iniziativa del genere proposta dal governo Monti. Dall’inizio del mese è infatti diventua obbligatoria quella nei confronti dell’Agenzia delle Entrate per le liti di controvalore non superiore a 20 mila euro, che non potranno più essere impugnate direttamente in Commissione Tribuntaria.

In altri termini, anche in questo caso sarà necessario passare prima attraverso un pre-reclamo con il quale il contribuente può cercare di proporre una risoluzione rapida della causa, offrendo all’amministrazione finanziaria una cifra con la quale chiudere il contenzioso. Una procedura che, secondo quanto sostengono alcuni osservatori, potrebbe ridurre le liti giudiziarie di almeno il 40%: un aiuto non certo irrilevante ai tribunali italiani, sempre più oberati di cause, spesso per valori irrisori.

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