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Contratti di lavoro: aumentano le assunzioni di nuovi precari

 Nel 2010 in Italia, sul totale delle assunzioni, il 43% è rappresentato da lavoratori con un contratto flessibile, ovverosia da precario; trattasi, in accordo con quanto rilevato dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, di una percentuale in aumento nel 2010 rispetto al 41,4% dello scorso anno. Il rapporto, per ogni cinque assunzioni, vede la “nascita” di due lavoratori precari tra i cosiddetti “interinali” ed i co.co.pro., ovverosia gli assunti con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa a progetto. Il top di assunzioni precarie si registra in Lombardia con una percentuale pari a ben il 67,5% a fronte, su scala nazionale, di quasi 350 mila lavoratori che in Italia andranno ad incrementare a fine anno l’esercito dei “flessibili“. Ma qual è l’identikit del lavoratore precario in questa fase caratterizzata per l’economia italiana da una lenta e fragile uscita dalla crisi?

Ebbene, dal Rapporto elaborato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza, prendendo a riferimento i dati aggiornati del Sistema Informativo Excelsior, per il biennio 2009-2010, è emerso come i “nuovi precari” siano lavoratori almeno diplomati, ma spesso con una preparazione universitaria, e con posizioni lavorative, in oltre la metà dei casi, che vanno a coprire figure tecniche e/o specializzate.

Come sopra accennato, la maggior percentuale di nuovi precari, con il 67,5%, si registra in Lombardia, mentre al secondo posto per gli “atipici” c’è il Lazio, con il 53,9%, e poi a seguire il Friuli Venezia Giulia e la Regione Veneto con percentuali, rispettivamente, pari al 51,5% ed al 49,5%; il minor numero di precari tra le nuove assunzioni, con una percentuale pari ad appena il 15,7%, lo troviamo invece nel Trentino Alto Adige. A questo esercito di nuovi precari occorre poi aggiungere, e sono tanti, anche coloro che lavorano non con un contratto flessibile, ma direttamente con la partita IVA e molto spesso per un unico committente.

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