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Il diritto di sciopero nell’Unione Europea

 Interessante analisi comparativa del diritto di sciopero esistente nei vari Paesi dell’Unione Europea predisposta dalla UIL: lo studio ha posto in evidenza che nella maggior parte dei Paesi europei il diritto di scioperare è garantito dalla legge Fondamentale con alcune prestigiose eccezioni. In effetti, malgrado la loro lunga tradizione democratica e sociale, in Austria, Belgio, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Irlanda e Regno Unito la Costituzione non garantisce questo diritto, mentre in Paesi quali la Germania, Finlandia il diritto promana dalla libertà di associazione.

Lo sciopero è un diritto garantito ma che si ritrova in una sfera giuridica perché, per via di una specifica legislazione in materia, in molti paesi ha trovato posto nelle giurisprudenza.

In questa particolare fattispecie troviamo Paesi quali Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi.

La regolamentazione di questa sfera del diritto del lavoro da parte delle parti sociali stesse, tramite la contrattazione collettiva, è una caratteristica specifica di Danimarca, Finlandia, Svezia ed Irlanda.

In alcuni paesi — ivi compresi Belgio, Italia e Francia — il diritto ad intraprendere azioni collettive è un diritto individuale, mentre in altri paesi – quali Germania, Grecia, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Svezia – deve essere esercitato dai sindacati.

In realtà, l’Unione Europea, per via della sua particolare specificità, offre un quadro ampio e per nulla omogeneo con diverse possibilità di azioni collettive a seconda dello Stato. Non solo, esiste anche una certa confusione nei termini utilizzati perché il tutto dipende molto dai sistemi giuridici esistenti.

Così, nella maggior parte dei Paesi europei sono vietati gli scioperi politici, ad eccezioni della Danimarca, Finlandia, Irlanda, Italia e Norvegia.

Stesso discorso per le azioni di picchettaggio, in questo caso solo la persuasione verbale, è legale nella maggior parte dei Paesi, ad eccezione della Francia.

In Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo e Svezia è consentito il boicottaggio, mentre il blocco del lavoro è permesso in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia.

Un’altra forma di protesta è il rallentamento del lavoro, intesa in questo modo l’azione collettiva, che trova spazio in Finlandia, Germania, Grecia,Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Svezia e Regno Unito, mentre è proibito in Belgio, Danimarca e Francia.

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