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Le donne e il rischio infortunio

 L’Inail ha presentato uno studio che cerca di fare il punto della situazione sull’incidenza degli infortuni sulle donne. Con tutta probabilità il dato più evidente è circa la metà degli infortuni mortali sono avvenuti in itinere,ossia nel tragitto casa-lavoro-casa, con 40 casi su 78 e in termini percentuali si attesta attorno al 51,3% rispetto al 20,8% registrato tra gli uomini.

Ad ogni modo, gli infortuni sul lavoro delle donne sono in calo dell’1,6% nell’ultimo quinquennio. Infatti, dai dati diffusi dal nostro Istituto di prevenzione si ricava che la flessione rilevata dall’INAIL tra il 2006 e il 2010 è più contenuta rispetto a quella registrata a livello complessivo, pari al 16,4%. Nello stesso periodo la quota delle lavoratrici infortunate sul totale è aumentata di cinque punti percentuali. L’incidenza infortunistica più alta tra il personale domestico, nella sanità e nei servizi sociali.

In termini assoluti sono 245.462 gli infortuni sul lavoro che nel 2010 in Italia hanno coinvolto le donne, pari a poco meno di un terzo del totale (31,6%), il 29,2% di tutti quelli avvenuti in occasione di lavoro e poco più della metà (50,7%) di quelli in itinere.

Rispetto a cinque anni fa la quota delle infortunate è aumentata di quasi cinque punti percentuali (dal 26,9% al 31,6%), in presenza di un aumento dell’occupazione femminile che invece si è fermato all’1%. La riduzione degli infortuni delle lavoratrici non è stata omogenea per tutti i settori di attività. In agricoltura, infatti, il calo è stato del 28%, molto più contenuto quello nell’industria e servizi (-1,3%), mentre tra le dipendenti in conto Stato si è registrato un aumento del 13,9%.

L’elenco dei settori di attività economica con maggiore incidenza infortunistica femminile vede al primo posto il personale domestico (87,6%), a seguire la sanità e i servizi sociali (76,9%) e gli enti pubblici e locali (58,2%).. Gli infortuni che nel 2010 hanno colpito le lavoratrici straniere sono state poco più di 31mila (pari al 12,7 % del totale delle donne infortunate) e 17 dei 78 casi mortali.

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