Home » Fiat e Fiom, di nuovo ai ferri corti

Fiat e Fiom, di nuovo ai ferri corti

 Non c’è pace tra la FIAT e la CGIL, in particolare per la Fiom; in effetti, la casa torinese ha deciso di azzerare qualsiasi accordo sindacale con l’obiettivo di ridiscutere le relazioni sindacali da una posizione di forza.  Per il segretario confederale generale della CGIL, Susanna Camusso, questo è il nuovo accorgimento della società piemontese per ridefinire i rapporti sindacali e si sottrarsi al tema delle politiche industriali visto che la società si era impegnata, in passato, a investire in Italia e al potenziamento delle sue politiche di sviluppo. La disdetta della Fiat ha decorrenza dal 1 gennaio 2012 e getta benzina sulle immediate nuove relazioni tra il sindacato e il ministero del lavoro guidato dal Elsa Fornero. La disdetta Fiat Group Automobiles ha validità anche per tutte le prassi collettive in atto in tutte le sue fabbriche italiane.

L’obiettivo della Fiat è quello di promuovere incontri finalizzati a realizzare accordi uguali e migliorativi, ossia per la Fiat, questo passaggio rappresenta un passo necessario per introdurre in tutti gli stabilimenti il nuovo contratto sul modello di quelli siglati a Pomigliano e Mirafiori.

In particolare, ricordiamo che presso Pomigliano e Mirafiori sono entrati in vigore i nuovi orari di lavoro che prevedono l’impiego degli impianti di produzione per 24 ore giornaliere e per 6 giorni la settimana, comprensivi del sabato, con uno schema di turnazione articolato a 18 turni settimanali.
L’accordo prevede che per tutti gli addetti alla produzione e collegati , a regime ordinario e ferma la durata dell’orario individuale contrattuale, sarà articolata su tre turni giornalieri di 8 ore ciascuno a rotazione, mentre lo schema di orario prevede il riposo individuale a scorrimento nella settimana.

Per Vincenzo Scudiere, segretario confederale della CGIL con delega ai settori produttivi, il gesto della casa torinese è

ancora ad una conferma del carattere destabilizzante delle scelte che l’azienda continua a compiere, con il fondato timore che il vero obiettivo sia quello di estendere il contratto di Pomigliano costruendo così, per questa via, il contratto nazionale del gruppo. Tale scelta porterebbe inevitabilmente all’esclusione di un sindacato fortemente rappresentativo come la FIOM CGIL dall’esercizio dell’attività sindacale negli stabilimenti del gruppo automobilistico. Se così fosse non ci potrebbe che essere la nostra contrarietà

Per  Maurizio Landini, Segretario Generale della FIOM CGIL, la decisione peserà sui lavoratori perché rappresenta

un peggioramento delle condizioni lavorative perché un taglio delle pause, non pagamento della malattia, limitazione del diritto di sciopero. Inoltre i lavoratori non avranno più il diritto di eleggere i propri delegati, poiché saranno nominati

Lascia un commento