Per la CGIL occorre inserire i precari nella contrattazione sindacale

 L’idea di fondo è quella di proporre una diverso modello di contrattazione che riesca ad includere le figure professionali che sono, per lo più, presenti al margine dei diritti del lavoro. Infatti, se in questi anni si sono modificati i modelli di riferimenti, allora occorre diversificare le risposte per impedire la creazione di sacche di lavoratori fuori tutela.

Il maggiore sindacato italiano presenta così la sua nuova guida ‘In-flessibili’, ovvero includere atipici e precari nella contrattazione.

Camusso risponde a Marchionne sul caso dei 19 lavoratori FIAT

 Il segretario generale confederale della CGIL ha deciso di rispondere a Marchionne proponendo una nuova sfida a lui e al Governo. Infatti, Camusso, attraverso una lettera pubblicata sul “Corriere della Sera” ha chiesto alla FIAT di ritirare i 19 licenziamenti proposti dal management e ha invitato la stessa azienda ad avviare un nuovo confronto sul delicato tema del lavoro coinvolgendo la FIOM e ha esortato il Governo Monti a emanare un decreto dove si stabilisca finalmente il significato della rappresentanza sindacale sulla falsariga dell’accordo dello scorso 28 giugno tra Confindustria e sindacato.

La risposta del Governo Monti al problema degli esodati

 Il Ministero del Lavoro ha deciso così di salvare i 65mila esodati ufficialmente riconosciuti e per il sindacato la decisione del Governo Monti non porta sostanziali novità su questo particolare tema; in effetti, per la CISL il provvedimento non è nulla di nuovo e la situazione resta complicata visto che il ministro del Welfare, Elsa Fornero, nell’incontro di ieri tra sindacati e Governo, non va oltre quanto già annunciato più volte negli ultimi giorni.

Fornero assicura che è già pronto il decreto interministeriale che riguarda una platea di soli 65 mila persone, ovvero saranno salvaguardati tutti i lavoratori che hanno fatto un accordo con l’azienda e che raggiungeranno i requisiti per accedere alla pensione con le vecchie regole entro il 2013.

Esodati, il governo Monti annaspa

 Sul tema degli esodati il governo pare avere idee confuse, è questa l’opinione del sindacato italiano, in particolare della CISL. Infatti, nell’ambito del convegno sulla sicurezza organizzato presso l’Auditorium della Tecnica di Roma da Confindustria, con la collaborazione e il sostegno di Inail, Federmanager e Fondirigenti, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha preferito limitarsi al tema della sicurezza non spingendosi sul tema caldo della riforma del mercato del lavoro.

Nel corso del convegno il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti hanno messo a confronto le loro posizioni identificando, comunque, il solito argomento spinoso che richiede una soluzione, ossia il tema degli esodati.

Novità sull’articolo 18 in discussione in Parlamento

 Altre novità in arrivo sull’articolo 18 in materia disciplinare-economico ; in effetti, è stato presentato un emendamento  che mira a ottenere meno poteri ai giudici in caso di licenziamenti disciplinari, più tutele in caso di licenziamenti economici per i lavoratori che devono affrontare un processo e sono arrivati alla fase dell’appello.

Sono due novità non di poco conto perché sembrano, di nuovo, mettere in discussione l’intesa raggiunta con le organizzazioni sindacali nelle scorse settimane. Con questo emendamento, a firma del governo Monti, si intende modificare il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. Non solo, in tema di lavoro risultano poi presenti 800 emendamenti (300 Pdl, 150 Pd, 125 Lega, 145 Idv) presentati dai gruppi in commissione a Palazzo Madama, dove l’inizio delle votazioni dovrebbe pero’ slittare dopo il primo maggio.

Riforma del lavoro, la modifica sull’articolo 18 non coinvolge le piccole imprese

 Sul tema dell’articolo 18 interviene anche Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, che chiarisce le novità introdotte dalla modifica dell’articolo 18 della legge 300, meglio nota come Statuto dei lavoratori.

Nelle aziende con meno di 15 dipendenti non è prevista nessuna estensione delle disposizioni previste dall’articolo 18  in materia di licenziamenti discriminatori. Infatti, già con l’articolo 3 della legge  n° 108, sin dal 1990 è stato stabilito che anche per le imprese con meno di 15 dipendenti il licenziamento discriminatorio è da ritenersi sempre nullo

Giuseppe Bortolussi è intervenuto perché diversi media hanno sottolineato che le disposizioni introdotte dal Governo Monti in materia di licenziamenti discriminatori  sarebbero state estese anche alle piccolissime imprese sotto i 15 dipendenti.

Sulla riforma del mercato del lavoro siamo alle battute finali

 Martedì prossimo si deciderà l’esito della trattativa con o senza i sindacati che avevano, in particolare la CGIL, manifestato il loro dissenso per un accordo al basso: senza mobilità o senza cassa integrazione ma solo indirizzata su ragioni di bilancio.

Il Governo Monti intende, infatti, concludere l’importante trattativa tanto che ha chiesto alle organizzazioni sindacali di rinunciare alle loro posizioni in nome di un mercato più aperto e flessibile. Infatti, dopo l’incontro con i segretari di Pdl, Pd e Udc al presidente del Consiglio, Mario Monti, sembrava spianata la strada per chiudere la trattativa sulla riforma del mercato del lavoro.

La tassa di soggiorno come quella sul macinato, dalla CGIL aspre critiche

La CGIL lo ha promesso da diverso tempo. Mentre è entrato da poco in vigore la tassa per il rilascio ed il rinnovo dei permessi di soggiorno che va da 80 a 200 euro, la  CGIL e l’INCA bollano la norma come ingiusta perché, a loro parere, le fonti di finanziamento alle politiche migratorie e di integrazione vanno trovate “sulla regolarizzazione di chi non lo è e sull’emersione del lavoro nero.

Il Segretario Confederale della CGIL, Vera Lamonica, insieme al presidente dell’INCA, Morena Piccinini, puntualizza il ruolo del sindacato

Faremo ricorso contro un ingiusto provvedimento che, nonostante le promesse da parte del governo, arriverà a costare ingiustamente fino a 200 euro

Iniziative per il lavoro da Cgil, Cisl e Uil

Le tre centrali sindacali hanno deciso di presentare un documento unitario con le proposte da presentare al governo Monti in tema di crescita, equità sociale e fiscale e naturalmente occupazione e pensioni. In base alle indicazioni presenti si chiede di approvare l’apertura di un confronto proprio sulla base delle proposte presentate oggi alla stampa

con l’obiettivo prioritario di invertire la pericolosa tendenza recessiva in atto da alcuni mesi e di realizzare al più presto l’obiettivo di far ripartire la crescita

Governo Monti, dal sindacato critiche alla riforma sulle pensioni

Per il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni così come il segretario generale della CGIL, è arrivato il momento del confronto perché i lavoratori non possono pagare di nuovo il costo della manovra economica; in effetti, il segretario generale della Cisl commenta le indiscrezioni di stampa sulle misure allo studio del Governo in materia previdenziale all’interno di una manovra che per il prossimo anno dovrebbe valere circa 20 miliardi

Basta con queste notizie sulle pensioni. E’ arrivato il momento di un confronto trasparente e pubblico sul tema, perche’ non possiamo lasciare ai media le ipotesi e le interpretazioni su quello che accadrà in materia di previdenza, suscitando preoccupazione e sconcerto tra i lavoratori con la fuoriuscita anticipata dal mercato del lavoro

Fiat e Fiom, di nuovo ai ferri corti

 Non c’è pace tra la FIAT e la CGIL, in particolare per la Fiom; in effetti, la casa torinese ha deciso di azzerare qualsiasi accordo sindacale con l’obiettivo di ridiscutere le relazioni sindacali da una posizione di forza.  Per il segretario confederale generale della CGIL, Susanna Camusso, questo è il nuovo accorgimento della società piemontese per ridefinire i rapporti sindacali e si sottrarsi al tema delle politiche industriali visto che la società si era impegnata, in passato, a investire in Italia e al potenziamento delle sue politiche di sviluppo. La disdetta della Fiat ha decorrenza dal 1 gennaio 2012 e getta benzina sulle immediate nuove relazioni tra il sindacato e il ministero del lavoro guidato dal Elsa Fornero. La disdetta Fiat Group Automobiles ha validità anche per tutte le prassi collettive in atto in tutte le sue fabbriche italiane.