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Fiat, trasferimento della direzione a Detroit? Marchionne risponde di no

 L’amministratore delegato delle Fiat, Sergio Marchionne ha suscitato dure polemiche nel momento in cui aveva parlato di una possibile fusione con Chrysler e di un possibile trasferimento della direzione dell’azienda da Torino a Detroit.

Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, ribadisce al riguardo:

all’amministratore delegato della Fiat chiediamo la garanzia di un trasparente e continuo confronto con le istituzioni e le parti sociali. Una vaga ipotesi non è una decisione.

Susanna Camusso, segretario generale della Cgil in tale ambito asserisce:

è tempo di fare una discussione di politica industriale e che il governo doveva chiedere delle garanzie a Fiat, perché l’operazione ci pareva fosse il trasferimento negli Usa. Mi pare che questa dichiarazione (di Marchionne, ndr) confermi tutte le preoccupazioni che avevamo. Non possiamo che continuare a chiedere. Che il governo faccia una volta tanto il suo mestiere.

Pierluigi Bersani rimane sgomento a tali dichiarazioni:

non vorrei che per i 150 anni dell’unità d’Italia, il regalo per Torino e l’Italia sia quello di diventare la periferia di Detroit. Perché noi non siamo mica d’accordo. Vogliamo risposte sugli investimenti.

Antonio Di Pietro e Maurizio Zipponi dichiarano che si tratta di:

una gravissima operazione di depauperamento industriale per il nostro Paese. La Fiat continua a vivere di denaro pubblico e risorse finanziarie italiane, ma a differenza del passato, li sta utilizzando per spostare la testa dell’azienda in Usa e la produzione nei paesi low cost.

Sergio Marchionne, durante una conversazione telefonica con Maurizio Sacconi, tende a chiarire che non esiste:

nessuna localizzazione, né per l’oggi né per il domani, delle funzioni direzionali e progettuali di Fiat all’estero.

Viene rafforzato il suo concetto anche da affermazioni giunte dal Ministero:

Marchionne ha spiegato il senso delle ipotesi formulate con esclusivo riferimento a futuri e possibili, ma assolutamente non decisi, assetti societari, senza alcun riferimento a una diversa localizzazione delle funzioni direzionali e progettuali della società.

Via| Repubblica.it

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