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Fondo nazionale occupazione nel credito

 Sta partendo in questi giorni il nuovo fondo nazionale per l’occupazione nel settore del credito. Uno strumento non certo nuovo, introdotto già nello scorso mese di gennaio con il contratto dei bancari, e formalizzato ora con la firma tra l’Associazione bancaria italiana (Abi) e le organizzazioni sindacali di categoria, che hanno siglato il regolamento che disciplinerà l’attività di questo importante strumento per l’occupazione nel settore creditizio.

In particolare, il Fondo – che opererà attraverso l’ente bilaterale Enbicredito – avrà lo scopo di favorire la creazione di nuova occupazione, e sarà alimentato attraverso i lavoratori dipendenti delle imprese creditizie e finanziarie con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, mediante contributo che non sarà omogeneo.

Il contributo di partecipazione al fondo sarà infatti fissato nella misura di una giornata lavorativa annua da realizzare attraverso la rinuncia a riduzioni di orario ed ex festività. A contribuire ad alimentare il fondo saranno anche i dirigenti, visto e considerato che il regolamento stabilisce che il top management delle banche contribuirà attraverso una quota indicativa pari al 4 per cento della retribuzione.

CREDITO DI IMPOSTA PER ASSUNZIONE PERSONALE LAUREATO

Il fondo opererà in via sperimentale per un quinquennio. Le erogazioni alle aziende saranno pari, per un triennio, a 2.500 euro annui per ogni assunto appartenente alle cosiddette categorie svantaggiate (giovani disoccupati o disoccupati di lungo periodo, donne, disabili, e così via). Per le assunzioni nel Mezzogiorno, invece, l’erogazione sale fino a un limite di 3 mila euro annui.

Attraverso il fondo nazionale per l’occupazione nel credito, le parti sperano di poter incentivare le assunzioni all’interno di uno dei comparti più importanti dell’economia italiana (e non solo), che in questi anni sta soffrendo le difficoltà di un evidente riequilibrio, e della ricerca di un nuovo assetto influenzato dall’attuale ondata di crisi economica.

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