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Il Garante Privacy presenta la relazione 2010

La privacy è un argomento abbastanza delicato perché si preoccupa di regolare i diversi rapporti interpersonali coinvolgendo anche la sfera lavorativa di ogni singolo soggetto.

La relazione annuale sullo stato di attuazione della normativa sulla privacy ci permette di fare il punto sul lavoro svolto dall’Autorità composta da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan e Giuseppe Fortunato.

La quattordicesima relazione indica le prospettive di azione verso le quali occorre muoversi nell’obiettivo di costruire una autentica ed effettiva protezione dei dati personali, in particolare riguardo all’uso delle nuove forme di comunicazione e dei nuovi sistemi tecnologici e i diversi impatti che ci possono essere in ambito lavorativo.

In effetti, dai sistemi di videosorveglianza fino alle nuove tecnologie che si usano sempre più spesso in ambito lavorativo sono temi complessi perché implicano ambiti sempre più delicati nei quali il Garante ha assicurato il suo intervento nel corso del 2010.

La relazione presentata pone in evidenza i diversi interventi e i provvedimenti che ne sono seguiti; in effetti, secondo l’Autorità i provvedimenti collegiali adottati nel 2010 sono stati circa 600 e si è dato risposto a 4000 tra quesiti, reclami e segnalazioni.

I ricorsi decisi dal Garante, sempre nel 2010, sono stati 350.

Non solo, il governo e il Parlamento hanno richiesto, nel corso del 2010, sedici differenti pareri allo scopo di chiarire i diversi impatti in materia di sicurezza e attività di polizia, sicurezza, giustizia, Codice dell’amministrazione digitale, informatizzazione e banche dati della Pubblica amministrazone e formazione.

Nell’anno scorso si sono poi svolte almeno 500 ispezioni in diversi settori anche se quello numericamente più consistente è da attribuire sui sistemi di videosorveglianza, fiscalità, marketing, credito, operatori telefonici e strutture sanitarie.

In particolare, in ambito lavorativo, l’Autorità è intervenuta sulla localizzazione dei dipendenti,  la navigazione in Internet e controllo dei lavoratori, sistemi di videosorveglianza e la biometria.

L’autorità sollecita il governo a intervenire in materia internazionale sulle vincolanti di impresa per i trasferimenti di dati all’interno delle multinazionali.

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