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Gli ordini professionali non servono più?

 Dell’utilità e delle funzioni degli ordini professionali si parla da tempo, e da altrettanta durata si cerca di comprendere in che modo gli albi e gli ordini possano essere utilizzata in maniera più proficua. A contribuire alle discussioni, con una posizione certamente estremista, è stato negli ultimi giorni il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, che non ha di fatti usato mezzi termini per esprimere la propria opinione sugli ordini professionali.

“Gli ordini professionali hanno esaurito gran parte della loro funzione” – ha dichiarato Pitruzzella, successore di Antonio Catricalà al vertice dell’Antitrust. Partecipando a un convegno a Milano, Pitruzzella ha aggiunto altresì che gli “ordini, espressione del settore delle professioni legato a modelli ottocenteschi, forse potrebbero avere ancora un ruolo nella formazione, che però di fatto non fanno”.

“Pertanto” – prosegue il presidente dell’Antritrust – “sarebbe utile iniziare a ragionare su agenzie di valutazione professionali, in concorrenza tra loro, alle quali il professionista, se vuole, può aderire. Con un vantaggio per i consumatori: il professionista potrebbe fregiarsi del bollino di qualità che gli deriverebbe dall’agenzia di valutazione indipendente”.

Se l’Antitrust sembra aver dichiarato guerra agli ordini professionali, gli stessi ordini non ci stanno a far la parte delle vittime sacrificali. A Pitruzzella risponde così Simona Cola, del Consiglio nazionale degli architetti: “Siamo molto sorpresi e meravigliati da quanto affermato da Pitruzzella in quanto le sue dichiarazioni dimostrano una scarsa conoscenza del sistema ordinistico. Per quanto riguarda gli architetti e la formazione, i nostri ordini locali organizzano ogni anno centinaia di eventi dedicati”.

In attesa della riforma degli ordini professionali che il governo Monti vorrebbe portare a termine, prepariamoci ad accogliere ulteriori opinioni contrastanti in merito al futuro di queste organizzazioni di settore.

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