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Allarme dalle imprese: le aziende ospedaliere non pagano e a rischio è l’occupazione

La CGIA di Mestre ha lanciato il suo ennesimo allarme mettendo in allerta le istituzioni sui pericoli dell’inadempienza dello Stato che metterebbe a rischio l’occupazione; in effetti, per la CGIA di Mestre si stima che i mancati pagamenti delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende ospedaliere ammontano a circa 40 miliardi di euro con una punta del 70% per le strutture sanitarie del Centro-Sud.

L’allarme è stato portato fino alle istituzioni centrali dal segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi che, tra l’altro, ha dichiarato che

Per chi lavora con le Asl l’attesa del pagamento è diventata una vera e propria ‘via crucis’. Per  ricevere i soldi delle forniture di Tac, siringhe, farmaci, servizi di lavanderia, pulizie, mense e servizi di sterilizzazione bisogna attendere tempi biblici. Nel frattempo, le imprese che subiscono un aggravio di oneri connessi all’esposizione verso il sistema bancario, devono sostenere anche una serie di costi amministrativi per  sollecitare i pagamenti, senza contare che ancora una volta sono le piccole imprese a subire in misura maggiore gli effetti negativi del costante deterioramento della situazione di cassa degli Enti sanitari

Una cifra del tutto rispettabile che può sicuramente mettere in ginocchio aziende floride che per via dei mancati pagamenti possono denunciare problemi di liquidità. La CGIA di Mestre ha posto l’accento sulla situazione drammatica presente del Sud del nostro Paese, in modo particolare per la fornitura dei dispositivi medici: nei primi 11 mesi del 2011 i tempi medi di pagamento in Calabria hanno raggiunto i 925 giorni; 829 sono i giorni registrati in Molise; 771 in Campania e 387 nel Lazio. Le oasi più felici, invece,  sono le sanità  della Lombardia (112 giorni), del Friuli Venezia Giulia  (94 giorni) e del Trentino Alto Adige (92 giorni).

Il dato medio nazionale è di 299 giorni ma con l’affermarsi della crisi economica il tempo di incasso è sensibilmente aumentato con una punta di 234 giorni in Calabria. Non solo, dall’anno 2009 al 2011 solo sei Regioni hanno accorciato i tempi: la Valle d’Aosta ed il Trentino A.A. (-5 giorni), il Lazio (-9), la Lombardia (-13), la Basilicata (-48) e la Puglia (-92).

La situazione è delicata tanto che la CGIA di Mestre ha chiesto al Premier Monti di intervenire riducendo i tempi per il pagamento invitando il governo stesso a recepire la direttiva europea che prevede un tempo massimo tra i 30 ai 60 giorno dalla data di ricevimento della fattura.

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