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Lavoro per giovani: si trova grazie alle raccomandazioni

 Il lavoro per giovani, oggi, si trova prevalentemente con canali informali. In altri termini, sarebbero amicizie e raccomandazioni a garantire ai più giovani un accesso al mondo professionale, in barba ai principi di equità e di meritocrazia che dovrebbero invece ispirare i processi di selezione dei più validi e valorosi.

Ad affermarlo è stato, negli scorsi giorni, Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale dei consulenti del lavoro e guida del Comitato Unitario delle Professioni, con una posizione piuttosto critica nei confronti della riforma del ministro del welfare Elsa Fornero. Cerchiamo di trarre le principali e più importanti considerazioni dall’interessante intervista che Calderone ha concesso ai giornalisti di Italia Oggi.

Scegliere il giusto percorso di studio

Innanzitutto, Calderone ricorda come molti giovani si “autoeliminino” da opportuni percorsi professionali poiché sbagliano quelli formativi. “Perchè magari” – afferma il presidente Cup – “volendo a tutti i costi prendere un pezzo di carta finito il liceo, si fanno delle scelte sbagliate. Si frequentano corsi di laurea per i quali non si è portati, sia perché manca la giusta motivazione, sia perché, come nel caso della professione medica, non si possiede un’adeguata sensibilità per intraprendere quella strada. Oppure, si è andati a un istituto tecnico per poter concludere in cinque anni l’iter formativo, scoprendo tardi che non era quello l’approdo desiderato. Tutto ciò, mi fa sostenere che il vero, grande problema del nostro mercato del lavoro affonda le radici proprio nell’orientamento”.

Mancano i percorsi di orientamento

La responsabilità, a questo punto, è dei percorsi di orientamento professionale, assenti o fragili. “A dimsotrazione di quanto affermo” – prosegue Marina Calderone – “c’è la constatazione che, attualmente, un incarico lavorativo lo si ottiene ricorrendo ai canali informali, visto che la percentuale di successo nell’incontro fra domanda e offerta nelle sedi tradizionali come i servizi per l’impiego è ancora residuale. E come canale informale mi riferisco a tutto quanto attiene ai rapporti di amicizia e conoscenza, nonché alle raccomandazioni. Pertanto, occorre agire alla base: l’università è un proliferare di corsi formativi eterogenei, poiché le facoltà sono diventate dei contenitori, così che quella di agraria, ad esempio, può rilasciare una laurea in
giurisprudenza”.

Una situazione confusionaria, che non può che essere alla base del recente calo delle immatricolazioni.

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