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Maternità obbligatoria in caso di parto prematuro

 La Corte Costituzionale, con sentenza n. 116 del 7 aprile 2011, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 16, lettera c), del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, a norma dell’articolo 15 della legge 8 marzo 2000, n. 53),

 nella parte in cui non consente, nell’ipotesi di parto prematuro con ricovero del neonato in una struttura sanitaria pubblica o privata, che la madre lavoratrice possa fruire, a sua richiesta e compatibilmente con le sue condizioni di salute attestate da documentazione medica, del congedo obbligatorio che le spetta, o di parte di esso.
In tal caso il congedo obbligatorio le spetterà a far tempo dalla data d’ingresso del bambino nella casa familiare.

Tale principio era stata precedentemente confermato da una sentenza del tribunale di Palermo, che aveva ubitato della legittimità costituzionale dell’art. 16 Testo unico sulla maternità, lettera C.

In caso di parto prematuro, alle lavoratrici madri spetterà comunque il periodo di licenza di maternità non goduto prima della data presunta del parto.

 Qualora il figlio nato prematuro abbia necessità di un periodo di degenza presso una struttura ospedaliera pubblica o privata, la madre ha facoltà di riprendere servizio richiedendo, previa presentazione di un certificato medico attestante la sua idoneità al servizio, la fruizione del restante periodo di licenza di maternità post-parto e del periodo ante-parto, qualora non fruito, a decorrere dalla data di effettivo rientro a casa del bambino.
La ratio dell’astensione obbligatoria è volta alla tutela del nascituro e della speciale relazione tra madre e figlio, che s’instaura fin dai primi atti della vita in comune, nonchè favorire il recupero psico-fisico della partoriente.

Pertanto, in caso di situazioni dove la madre è in buono stato di salute, far decorrere il periodo di maternità mentre il bambino è in ospedale vorrebbe significare eludere il principio costituzionale che vuole progettere il rapporto tra madre e figlio che s’instaura nei primi mesi.

Per maggiori informazioni si rinvia alla Direzione provinciale del lavoro di Modena.

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