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Pensioni, la posizione della Cisl sulla riforma del governo Monti

 Il segretario confederale generale della CISL, Raffaele Bonanni, è intervenuto sulla materia ribadendo la posizione della seconda centrale sindacale italiana; in effetti, per Bonanni

Se non ci saranno interventi di equità sociale, non saremo d’accordo ad ulteriori sacrifici sulle pensioni dei lavoratori dipendenti

L’osservazione arriva dopo l’intervento del ministro del lavoro Elsa Fornero sull’importante materia che ha prospettao l’accelerazione delle riforme già in calendario del precedente governo guidato da Berlusconi. Infatti, Elsa Fornero ha ribadito le sue posizioni, e dell’intero governo, sul nuovo sistema contributivo, ossia l’estensione del sistema contributivo pro-rata per tutti salvando solo l’anzianità pregressa.

Ribadiamo che secondo le indicazioni si parla dell’estensione del contributivo pro rata per tutti (quindi dal 2012 anche per coloro che avevano più di 18 anni di contributi nel 1995): l’intervento avrebbe caratteristiche di equità anche se poi il sospetto che dietro a tutto questo ci sono solo ragioni di cassa.

Non solo, da più parti si dichiara anche di intervenire per anticipare l’aumento dell’età di vecchiaia delle donne nel settore privato (al momento è previsto a partire dal 2014 per andare a regime nel 2026): il provvedimento assicura l’armonizzazione dell’età di vecchiaia con gli uomini e con le donne del settore pubblico.

Esiste anche l’ipotesi di definire un sistema di uscita flessibile uguale per tutti tra i 63 e i 70 anni con penalizzazioni per chi esce prima, a questo proposito il PD pensa ad una penalizzazione del 3% annui, e incentivi per chi decide di rinviare la pensione.

Sulla flessibilità in uscita la Ragioneria generale dello Stato è però scettica perché non è quantificabilr, in misura oggettiva, il risparmio di spesa. L’ipotesi è quella di introdurre quota 100 tra età anagrafica e contributi versati nel 2015 inserendo anche chi ha raggiunto 40 anni di contributi che adesso può uscire a qualsiasi età in luogo di quota 96. In questo contesto si sta delineando, anche se non ci sono proposte ancora ufficiali a riguardo, l’uscita con 64 anni di età minima anche in presenza di 40 anni di contributi.

Sul versante delle pensioni è opportuno anche ricordare l’aggancio dell’età pensionabile all’aspettativa di vita (prevista ora a partire dal 2013) con tre mesi e aggiornamenti triennali legati alla speranza di vita all’età del pensionamento.

Raffaele Bonanni ricorda che

Prima di parlare di interventi sulle pensioni di anzianità dei lavoratori dipendenti, noi vogliamo che si intervenga su due fronti: in primo luogo occorre rendere obbligatoria la previdenza integrativa per i giovani, detassando sensibilmente i fondi come avviene in altri paesi; poi ci aspettiamo l’armonizzazione dei contributi e dei trattamenti previdenziali tra tutte quelle categorie che conservano ancora privilegi anacronistici sul piano pensionistico

1 commento su “Pensioni, la posizione della Cisl sulla riforma del governo Monti”

  1. Cari sindacati,
    ho 59 ANNI ed ho già maturato il diritto alla pensione con 40 anni di anzianità contributiva nel gennaio 2011.
    Sono in attesa di potere chiedere il vitalizio ma nel frattempo non lavoro e non lo trovo.
    Qual’ora passasse la proposta dell’età minima a 62/63/64 anni, IO NEL FRATTEMPO DOVE VADO A MANGIARE? COME FACCIO A PAGARE IL GAS,LA LUCE….a dimenticavo LE NUOVE TASSE?
    Sarebbe ora che anche il sindacato si facesse sentire per evitare che queste situazioni(anche perchè non sono il solo messo cosi) e che i politici scendessero dal pianeta ESCLUTION.
    LOro che ci hanno portati dove siamo e che ora ci fanno la morale sui sacrifici da fare.Morale che parte sempre dal pianeta ESCLUTION.

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