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La riforma delle pensioni con il sistema contributivo

 La questione previdenziale è certamente un argomento spinoso ed è particolarmente sentito per tutti i lavoratori, ma in particolare per chi è prossimo alla pensione. Non solo, è un tema che suscita discussioni e domande finalizzate a conoscere il proprio destino contributivo; infatti, attraverso Internet, in particolare i social forum come la nostra pagina su Facebook della Gazzetta del Lavoro, i lavoratori chiedono lumi sulle nuove regole previdenziali. In realtà, non si sa molto; in effetti, come abbiamo già dato evidenza, non esiste al momento una proposta articolata del Governo sul tema delle pensioni se non indicazioni di massima dei singoli componenti del governo rilasciate in precedenza tanto che lo stesso Antonio Mastrapasqua, presidente dell’Inps, ha ricordato che le discussioni che stanno circolando in questi giorni non hanno un fondamento reale perché non è la linea e non rispondono alle indicazioni del Governo anche se rispecchiano la volontà del ministro del lavoro Elsa Fornero.

Lo ribadiamo, per la professoressa Fornero il nostro sistema previdenziale è da riformare non tanto per questioni di finanza pubblica ma per ragioni di equità sociale. L’idea del ministro è di intervenire sulla tassazione delle pensioni più elevate tagliando l’indicizzazione sul costo della vita per una quota che supera un determinato importo, al momento non ancora indicato, e dall’altra con l’introduzione di un contributo di solidarietà su base proporzionale sulle pensioni superiori a 90mila euro.

L’argomento più spinoso è sicuramente l’introduzione del sistema contributivo pro-rata per tutti. In realtà, dovrebbero essere colpiti da questo nuovo sistema solo i lavoratori che appartengono al vecchio sistema retributivo, ovvero quei lavoratori che sono stati toccati solo marginalmente dalla riforma Dini perché,  stando al sistema in vigore fino alla fine di dicembre 2011, possono beneficiare di una pensione pari al 2% per ogni anno di lavoro sulla media degli ultimi dieci anni di stipendio, ossia se hanno lavorato per 37 anni riusciranno a percepire il 74% della media degli ultimo dieci anni di lavoro. Un sistema di certo più vantaggioso rispetto al sistema misto al contributivo totale dove si deve tenere conto dell’intera vita lavorativa.

Per Elsa Fornero se il contributivo fosse stato applicato a tutti fin dal 1996 l’Italia avrebbe risolto la questione previdenziale da tempo. Il ministro del lavoro, lo ha ribadito anche sulle pagine del Sole 24 Ore,  ha precisato che il contributivo pro rata significa stabilire che per i versamenti dal 2012 in poi tutte le pensioni vanno calcolate col contributivo, ovvero sull’anzianità futura.

Lo ripetiamo, però, ad oggi non c’è ancora una proposta ufficiale del Governo visto che lo stesso premier Mario Monti vuole che questa riforma strutturale venga condivisa dalle forze sociali e politiche.

1 commento su “La riforma delle pensioni con il sistema contributivo”

  1. Ancora una volta i nostri rappresentanti sindacali si sono messi la coda tra le gambe e hanno rispettato la volontà della sig.ra Fornero e del sig. Monti. Oltre agli aumenti sconsiderati, LE PENSIONI DI ANZIANITA’,NON BISOGNEREBBE MODIFICARLE . NON BISOGNA ASSOLUTAMENTE ANDARE OLTRE I 40 ANNI DI CONTRIBUTI. Cosa aspettiamo a scendere in piazza ,a manifestare il nostro dissenso a questa manovra iniqua? CONTINUERANNO A PAGARE SOLO I POVERI! NON HANNO TOCCATO LA PATRIMONIALE, NON HANNO AUMENTATO L’ULTIMA ALIQUOTA IRPEF ,tutto questo e altro ,a vantaggio dei grossi imprenditori .Siamo delle pecore ,le cosiddette “parti sociali”,(io direi di parte),si sono fatti imbottigliare dalle chiacchiere e dalle lacrime. Un appello a tutti i lavoratori: strappiamo le tessere sindacali, lasciamo anche loro con il culo per terra e che vadano a zappare la terra!

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