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Prime indicazioni sulla legge di Stabilità

 Il Governo Monti ha ridotto di un punto le prime due aliquote e, al contempo, ha deciso di rafforzare la tassazione indiretta decidendo di aumentare di un punto l’IVA a dispetto delle rassicurazioni dei mesi precedenti dove non ha sempre ribadito la volontà di evitare una aumento di questo tipo.

Secondo le indicazioni della CGIA di Mestre, il provvedimento del governo penalizzerà le fasce deboli, ovvero 8 milioni di italiani che rappresentano il 20% dei contribuenti italiani tanto da tradursi in più tasse, nella sostanza, per i pensionati al minimo e cassaintegrati pari a 71 euro in un anno per effetto del saldo attivo provocato dalla manovra finanziaria.

L’ennesima manovra per racimolare soldi, ben fatto per un governo composto da tecnici senza nessuna idea sullo sviluppo economico.
In effetti, per l’associazione di Mestre a guida di Giuseppe Bortolussi i più penalizzati dalla manovra sono i pensionati al minimo, i titolari di assegno sociale e i cassaintegrati perché subiranno l’aumento dell’Iva ma nessun beneficio dalla riduzione delle aliquote Irpef.

Infatti, sempre per la CGIA di Mestre queste categorie di contribuenti rientrano nella cosiddetta “no tax area”, ossia nell’area in cui non si pagano le imposte sui redditi.

Per Giuseppe Bortolussi, il segretario della CGIA di Mestre

Sono certo che in sede di conversione del disegno di legge questa svista sarà eliminata. In una fase di crisi così profonda non si possono certo penalizzare  i pensionati al minimo, i disoccupati o i cassaintegrati che, nella stragrande maggioranza dei casi, rientrano nell’area di esenzione fiscale e quindi non potranno godere della diminuzione delle aliquote dell’Irpef prevista dalla legge di stabilità

Non solo, la stessa associazione ha anche provveduto a mettere in evidenza alcuni casi.

Per un pensionato al minimo con un’età anagrafica di 66 anni e un reddito annuo di 7.321 EURO dovrà pagare nel 2013 22,75 euro in più d’IVA, mentre un pensionato titolare di assegno sociale con un reddito annuo di 5.577 euro se manterrà  gli stessi consumi del 2012, nel 2013 pagherà 16,2 euro in più e nel 2013 subirà un aggravio di 32,4 euro

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