Contributo di licenziamento: licenziamenti collettivi e chiarimenti vari

 In caso di licenziamento collettivo, dal 2017 il contributo di licenziamento sarà triplo, cioè pari a tre volte l’importo del contributo di licenziamento individuale. La norma sarà applicata anche ad altre forme di cessazione del rapporto di lavoro e in tutti i casi d’interruzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato per causa diversa dalle dimissioni. Sono previsti anche casi di esonero.

Contributo di licenziamento: le nuove regole 2013

 Cambiano le regole per i datori di lavoro in caso di licenziamento dei dipendenti. Dal 2013, infatti, hanno l’obbligo di versare un contributo all’Inps in caso di interruzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato per cause diverse dalle dimissioni. Si tratta di un contributo di licenziamento pari al 50% dell’importo Aspi per ogni 12 mesi di anzianità aziendale negli ultimi tre anni anche di oltre 1.500 euro.

Dal Ministero del Lavoro e le procedure standardizzate per la valutazione dei rischi

 A seguito della pubblicazione della Legge n. 228 del 24 dicembre 2012, nota come Legge di Stabilità, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la nota ministeriale del 31 gennaio 2013, fornisce i primi chiarimenti in merito alla proroga del termine per l’autocertificazione della valutazione dei rischi ai sensi dell’articolo 29, comma 5, del Decreto Legislativo n. 81 del 9 aprile 2008, e successive modificazioni.

I criteri per la cassa integrazione straordinaria

 Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 28 del 2 febbraio 2013 il Decreto 4 dicembre 2012 con l’individuazione dei parametri oggettivi per l’autorizzazione della Cassa Integrazione e Guadagni Straordinaria ai sensi dell’articolo 3, comma 1, della legge 23 luglio 1991, n. 223.

In particolare, con il decreto del 4 dicembre si cerca di definire uno strumento che permetta di individuare i parametri oggettivi per l’autorizzazione della CIGS alla luce delle recenti innovazioni legislative.

Ipotesi di reato per il certificato prevenzioni incendi scaduto

 In materia di prevenzione incendi sono state apportate diverse novità in caso di rinnovo tardivo del relativo certificato.

Infatti, ricordiamo che il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) è una particolare autorizzazione rilasciata dai Vigili del Fuoco a specifiche attività a rischio di incendio e risponde alla novità introdotte dallo Schema di regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi pubblicato il 22 settembre sulla Gazzetta Ufficiale come D.P.R. 1 agosto 2011, n. 151.

Sicurezza per i giovani: le responsabilità del datore di lavoro

 La Corte di Cassazione, con la sentenza 536 del 10 gennaio scorso, ha stabilito che il datore di lavoro è responsabile dell’infortunio se non adotta adeguate misure di sicurezza e prevenzione o non ne verifica l’effettivo utilizzo da parte del dipendente, in particolare se il lavoratore è giovanissimo o inesperto e soprattutto apprendista, anche perché per questa categoria sono in vigore obblighi di formazione e addestramento.

Sicurezza lavoro: proroghe e nuove scadenze procedure standardizzate

 Entreranno in vigore domani 5 febbraio le procedure standardizzate sulla valutazione dei rischi per i lavoratori nelle piccole e medie imprese e DVR in azienda. Però la Legge di Stabilità ha esteso al 30 giugno 2013 la proroga per l’autocertificazione dei rischi sulla sicurezza sul lavoro alle aziende fino a 10 dipendenti, allo scopo di concedere loro più tempo per adeguarsi alle nuove procedure standard.

Il congedo di paternità nella riforma del mercato del lavoro

 È stato pubblicato il decreto ministeriale che detta le norme per la fruizione dei permessi a favore del padre, così come espressamente richiamato nella legge 92/2012 con le disposizioni sperimentali per gli anni 2013, 2014 e 2015.

Si ricorda che il congedo si divide tra obbligatorio e facoltativo. In merito alla parte obbligatoria si precisa che il congedo di un giorno è fruibile dal padre, lavoratore dipendente, entro il 5 mese di vita del figlio ed è usufruibile dal padre anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice che si aggiunge a questo.

L’Unione Europea chiede misure per il lavoro determinato

 Non buone notizie dagli organismi comunitari; infatti, la Commissione europea ha chiesto ufficialmente all’Italia di applicare la direttiva sul lavoro a tempo determinato, siglata come 1999/70/CE. La Direttiva comunitaria obbliga tutti gli Stati membri a porre in atto l’accordo quadro sottoscritto dalle organizzazioni europee che rappresentano sindacati e datori di lavoro; in particolare,  nella Direttiva sono presenti i principi generali e i requisiti minimi applicabili ai lavoratori con contratto a tempo determinato.

Le novità per la mamma lavoratrice

 La legge di riforma del mercato del lavoro ha introdotto diverse novità in materia di welfare orientate al lavoro, anche se rivestono carattere sperimentale per gli anni 2013, 2014 e 2015.

Proprio in questi giorni è stato pubblicato il Decreto Interministeriale detta norme per la fruizione di quanto già previsto nella legge di riforma del mercato del lavoro (art 3, commi 24 e seguenti- legge 92/2012).