Lavoro e fisco: Cgil proclama sciopero generale

 La Cgil ha proclamato per il prossimo 12 marzo 2010 uno sciopero generale. Questo dopo che circa tre settimane fa il più grande Sindacato italiano ha inviato al Governo una lettera con delle proposte finalizzate a sostenere i lavoratori dipendenti ed i pensionati attraverso l’erogazione di bonus, detrazioni Irpef ed abbattimento strutturale della pressione fiscale. Secondo quanto dichiarato dal Segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, quello proclamato non è uno sciopero preventivo, ma una vera e propria vertenza visto che a fronte di tante promesse ci sono stati altrettanti rinvii da parte del Governo. Lo sciopero della Cgil non è unitario, dato che la Uil e la Cisl non hanno fino ad ora preso una simile decisione sebbene la loro posizione rimanga critica nei confronti delle politiche adottate dal Governo. La Cgil, d’altro canto, denuncia come lo scorso anno, a carico dei redditi fissi, il prelievo fiscale sia aumentato dell’1%, ragion per cui, come sottolineato proprio da Guglielmo Epifani, se si continua a temporeggiare alla fine si restituirà ai lavoratori ciò che nel frattempo il Fisco avrà già preso.

Pensioni: la maggiorazione al milione delle vecchie lire

 Da qualche anno, e precisamente dall’1 gennaio del 2002, è stata introdotta nel nostro Paese una misura finalizzata a migliorare e, quindi, ad integrare, la pensione a favore di tutte quelle persone che, rispettando opportuni requisiti, vivono in condizioni di disagio economico al punto da non avere mensilmente entrate corrispondenti al cosiddetto “minimo vitale”. Questo beneficio è più comunemente noto come integrazione della pensione “al milione”, ovverosia al milione delle vecchie lire che, in euro, corrispondono a 516,46 euro al mese di prestazione pensionistica. Questo era, nello specifico, l’importo pagato dall’Inps a beneficiari nel 2002, ma questo di anno in anno si è rivalutato fino ad arrivare, per il 2009, a 594,64 euro pagati per tredici mensilità.

Legge Finanziaria 2010, il lavoro occasionale e accessorio

La legge Finanziaria amplia la possibilità di ricorrere al lavoro occasionale ed accessorio.

Questa particolare forma di lavoro, previsto dagli articoli 70 e successivi dalla Legge n. 276/2003, trova nella legge Finanziaria, così come prevedono i commi 148 e 149, un ampliamento di tipo normativo. Grazie alla legge Finanziaria anche la Pubblica Amministrazione può utilizzare questa particolare strumento di lavoro.

Premesso che la struttura di fondo di questo particolare contratto di lavoro non è stato modificato ma semmai è cambiata l’ambito applicativo.

Un Ente Locale (sia esso Provincia, Regione, Comune o Comunità Montana) può ricorre a questa forma di collaborazione per i lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici, strade e monumenti.

I giovani con un’ età inferiore ai 25 anni e iscritti ad un istituto scolastico di ogni ordine e grado possono prestare attività occasionale ed accessoria (il limite è fissato in 5000 euro per ogni committente nell’anno solare) in qualsiasi settore produttivo.

Redditi e lavoro: in Sardegna molti vivono nella povertà assoluta

 In Sardegna in fatto di occupazione e redditi c’è una situazione, inaspritasi con la crisi, che appare quanto mai scandalosa; Mario Medde, segretario generale della Cisl Sardegna, ha infatti messo in evidenza come in Sardegna ci siano la bellezza di 350 mila persone il cui reddito mensile non supera i 900 euro, ovverosia non sufficiente di questi tempi per poter andare avanti e sbarcare il lunario dignitosamente. Davanti a questa situazione drammatica, l’esponente del Sindacato ritiene innanzitutto necessario il rafforzamento degli ammortizzatori sociali; questo perché, tra l’altro, nelle Regione Sardegna c’è un esercito di disoccupati, ben 212 mila dei quali solo una minima parte fruisce dell’indennità di disoccupazione, e tanti altri sono scoraggiati al punto che non cercano più lavoro.

Pensionati ed anziani: più diritti per i connazionali all’estero

 Lo Stato italiano, ai pensionati che, residenti in Italia, versano in condizioni di difficoltà e di bisogno, riconosce il percepimento dell’assegno di solidarietà; trattasi di un diritto ad una prestazione assistenziale che, pur tuttavia, non viene concessa ai nostri connazionali che, residenti in Paesi esteri, versano allo stesso modo nelle condizioni di povertà. Anche per questo, al fine di garantire pari diritti e pari dignità ai pensionati italiani che risiedono all’estero, per la giornata di giovedì prossimo, 10 dicembre 2009, è prevista una mobilitazione internazionale. Al riguardo, tra l’altro, la Cgil sottolinea come nella passata legislatura fossero stati presentate a più riprese delle proposte di Legge che avevano trovato un consenso bipartisan, ma fino ad ora nulla di tutto ciò ha portato all’approvazione di una Legge.

Lavorare anche dopo la pensione aiuta a mantenersi in salute

Molti lavoratori non vedono l’ora che arrivi il momento della pensione per potersi godere un po’ di meritato riposo, passare del tempo con nipoti e viaggiare. Tuttavia, secondo i risultati di una ricerca compiuta dalla University of Maryland (Usa) e pubblicato all’interno del Journal of Occupational Health Psychology della American Psychological Association continuare a lavorare anche dopo la pensione aiuta a mantenersi in salute.

Reddito dei ristoratori uguale a quello dei pensionati

Torniamo a parlare di redditi. Dai dati delle dichiarazioni dei redditi è emerso un altro dato che se vogliamo possiamo definirlo come preoccupante. Sembra infatti che il reddito lordo dei ristoratori sia stato lo stesso dei pensionati: ossia tra i 14.500 e i 13.500 euro l’anno.

I commercianti invece hanno dichiarato un reddito di poco superiore ai 19.000 euro l’anno: un dato simile a quello dei lavoratori dipendenti.

I sindacati

Se fino a qualche tempo fa il lavoratore veniva visto solamente come un soggetto passivo nel mondo del lavoro e dotato solamente di diritti adesso, fortunatamente, non è più così. Il lavoratore ha infatti un ruolo attivo ed ha doveri ma anche diritti.

Proprio per difendere i diritti dei lavoratori sorsero intorno alla fine del XVIII secolo le prime forme di associazione dei lavoratori meglio conosciuti ai giorni nostri col nome di sindacati. Ricordiamo comunque sia che così come esistono sindacati che si occupano dei lavoratori ne esistono anche che si occupano degli interessi dei datori di lavoro. Rivestono un ruolo delicato e molto importante.