Tassa sui licenziamenti 2013

 Licenziare un dipendente costa di più. Per lasciare al proprio domicilio un lavoratore, infatti, il datore dovrà oggi pagare una tassa (ticket) di importo variabile, compreso tra un minimo di 459 euro e un massimo di 1.377 euro. Ad affermarlo è la recente legge di stabilità, che se da una parte ha abbassato la misura della nuova tassa di licenziamento introdotta dalla riforma Fornero dal 50 al 41 per cento, dall’altra parte ha innalzato la base di calcolo, correlandola non tanto all’indennità Aspi spettante al lavoratore quanto al suo massimale, che nel 2013 sarà pari a 1.119 euro.

Riforma Fornero all’esame dei giudici

 Tanto parlare per niente? Potrebbe essere questa la conclusione cui si è giunti nell’analisi della Riforma Fornero dopo la sentenza del tribunale di Bologna del 15 ottobre sul procedimento n. 2631/2012, una delle prime pronunce dopo la legge n. 92/2012 che ha introdotto la modifica sulla disciplina dei licenziamenti. Stando a quanto emerso in sede processuale, infatti, sono sufficienti le scuse del lavoratore per rendere insussistente il fatto contestato che sta all’origine del licenziamento disciplinare. Ma vediamo più nel dettaglio cosa è accaduto, e perché la riforma Fornero potrebbe essere parzialmente inutile.