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Decreto Sviluppo: 20 mila docenti tagliati fuori

 La tenuta dell’attuale maggioranza di Governo è sostanzialmente a rischio dopo i risultati delle elezioni amministrative 2011, ed ancor di più dopo l’esito del referendum, letto da buona parte dei partiti dell’opposizione come un chiaro messaggio al Premier ed al suo Governo di centrodestra. Poi domenica scorsa, da Pontida, c’ha pensato il leader della Lega Nord Umberto Bossi a gettare benzina sul fuoco con tutta una serie di richieste, a nome del popolo del partito del Carroccio, che dovranno essere esaudite in tempi brevi. E così, per il Decreto Sviluppo, la cui approvazione è attesa nelle prossime ore, il Governo ha deciso di puntare sulla carta della fiducia, ma nello stesso tempo ha tagliato fuori dal maxi-emendamento la bellezza di 20 mila docenti già abilitati, o prossimi all’abilitazione che, in particolare, saranno esclusi dalle graduatorie.

A denunciarlo è stato la capogruppo del Partito Democratico in commissione Istruzione della Camera dei Deputati, Manuela Ghizzoni, sottolineando come trattasi di una scelta del Governo molto grave sia nel merito, sia nel metodo. Ma chi sono questi 20 mila docenti tagliati fuori? Ebbene, in merito per la capogruppo del PD in Commissione si tratta di 20 mila docenti che, nell’anno 2008, hanno frequentato dei corsi abilitanti promossi dallo Stato, ma che ora con il Decreto Sviluppo vengono tagliati fuori dalle graduatorie, vengono tenuti in condizioni di precarietà e di incertezza a tempo indeterminato, e non viene permesso loro, di conseguenza, di poter accedere al ruolo.

Come interpretare quindi la scelta in merito da parte dell’attuale Governo in carica? Ebbene, secondo la capogruppo del Partito Democratico in commissione Istruzione della Camera dei Deputati è tutto chiaro, in quanto trattasi della “ennesima manifestazione della totale responsabilità di “produrre precariato” invece che contrastarlo“. Non resta quindi che aspettare l’approvazione definitiva del Decreto per avere la certezza, purtroppo, che per altri 20 mila docenti il futuro sarà all’insegna della totale incertezza.

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