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Governo, a quando il Decreto sviluppo?

Le imprese hanno già da tempo messo sotto accusa il governo per via dell’assenza di serie politiche utili al rilancio del Paese; in effetti, dopo aver varato la Legge di Stabilità il governo si sta concentrando su un ampio ventaglio di proposte finalizzate al rilancio economico anche se, poi, mancano fondi da destinare alle imprese.

Secondo alcune indiscrezioni il governo cerca di concretizzare proponendo, ad esempio, un ampio ricorso al telelavoro e a delle procedure di assunzione più semplici tanto da ridurre il peso amministrativo anche se poi, come ha osservato il ministro dello sviluppo Paolo Romani e quello del lavoro Maurizio Sacconi

Siamo intenzionati a rendere ancor più incentivato l’apprendistato e a incoraggiare il telelavoro soprattutto nel momento della nascita dei figli in una famiglia. Previste anche misure di semplificazione per incoraggiare le assunzioni

Dall’altra parte le imprese non sembrano credere alle buone intenzioni del governo tanto da inviare una nuova lettera al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dove Confindustria, Abi, Rete imprese, Ania e Alleanza cooperative osservano che

Alcuni giorni addietro abbiamo presentato, come associazioni di imprese, alcune proposte tese a favorire la sostenibilità del debito pubblico nel medio periodo e la ripresa economica del nostro paese. Ci ha mosso la preoccupazione incalzante dei nostri associati per un quadro congiunturale che si dimostra ogni giorno più severo. La situazione è sempre più difficile, la fiducia nel nostro Paese sta velocemente diminuendo malgrado gli innegabili punti di forza dell’Italia e i risultati raggiunti

Rispetto al decreto si osserva che non c’è il taglio dei buoni pasto per i dipendenti pubblici e vengono definiti con precisione i destinatari del 50% delle risorse aggiuntive dell’asta frequenze. Non solo, salta il compenso per i Caf, i centri di assistenza fiscale, per la trasmissione telematica delle dichiarazioni e degli F24.

Ad ogni modo, il mondo dell’imprenditoria ricorda che

Il ritardo che stiamo accumulando sul fronte del rilancio della crescita e della credibilità sta costando moltissimo in termini di occupazione, valore dei beni e dei risparmi delle famiglie, investimenti e valore delle imprese. Le imprese industriali, artigianali e dei servizi le imprese cooperative, bancarie e assicurative stanno facendo del loro meglio per passare attraverso l’attuale difficile contingenza, ma solo nel contesto di un efficace piano integrato e condiviso di rilancio del Paese questi sforzi non verranno vanificati

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