Home » Italia 2020: albi ed elenchi per babysitter e badanti

Italia 2020: albi ed elenchi per babysitter e badanti

 Così come per gli ingegneri, architetti, avvocati, dottori commercialisti e revisori contabili, anche per le badanti e le babysitter, molto presto, sarà obbligatoria l’iscrizione ad appositi albi ed elenchi. Questa novità, finalizzata a contrastare il fenomeno delle collaborazioni come badante e babysitter senza alcuna regolamentazione, spesso in nero, e spesso senza alcuna verifica di requisiti professionali e attitudinali, è stata presentata congiuntamente, martedì scorso, da Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, e da Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità. A gestire l’albo delle badanti e delle babysitter sarà in particolare l’Amministrazione comunale, la quale, quindi, sarà in sostanza, ed in tutto e per tutto, garante delle referenze e dei requisiti di chi punta a svolgere una delle due attività.

Per la creazione degli appositi albi è stato annunciato uno stanziamento pari a quattro milioni di euro nell’ambito, però, di un intervento di più largo respiro che, con una dote pari a quaranta milioni di euro, punta all’inclusione delle donne nel mondo del lavoro, ed in particolare di coloro che si trovano a conciliare, spesso non senza difficoltà, l’attività lavorativa con la cura della famiglia. Per quanto riguarda le babysitter e le badanti, quindi, le famiglie, a seguito dell’istituzione degli appositi albi, dovranno rivolgersi al Comune di appartenenza per richiedere un collaboratore o una collaboratrice avente le necessarie referenze “garantite” dall’Amministrazione cittadina.

I 40 milioni di euro a sostegno dell’occupazione femminile rientrano nell’ambito di “Italia 2020“, il programma che, in accordo con quanto riferisce il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, punta, oltre alla creazione degli albi, anche ad introdurre sgravi fiscali a favore delle donne nel Mezzogiorno, potenziare l’offerta dei nidi familiari, rafforzare i servizi di cura, e fornire sostegno economico a quelle donne che conciliano l’occupazione con la cura della famiglia fornendo delle prestazioni con la modalità del telelavoro.

Lascia un commento