Home » Collegato lavoro, in Senato modifiche al decreto

Collegato lavoro, in Senato modifiche al decreto

La più importante organizzazione sindacale italiana, la CGIL, ha commentato negativamente le ultime modifiche apportate al testo ora fermo in commissione lavoro del Senato.

Ricordiamo che il collegato è ora in discussione al Senato in seguito all’approvazione da parte della commissione lavoro della Camera di importanti emendamenti che ne hanno modificato il testo.

Il segretario confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, ha posto in evidenza, attraverso una sua dichiarazione, le modifiche apportate in commissione lavoro del Senato da parte della maggioranza di centro-destra.

Ora, secondo Fammoni, è possibile il licenziamento a voce per i lavoratori precari tanto che le modifiche apportate al testo confermano, sempre secondo il segretario confederale, la volontà di ridurre i diritti fondamentali dei lavoratori.

In sostanza per la CGIL il lavoratore, che rappresenta la parte debole in un sistema di contrattazione rispetto al potere che può esercitare il datore di lavoro, deciderà al momento della sottoscrizione della clausola compromissoria se affidare ad un arbitro, o meno, la risoluzione delle sue controversie future, e non già quelle insorte (ad eccezione del licenziamento) con il datore di lavoro.

L’emendamento è del relatore di maggioranza Maurizio Castro che cancella quello presentato e approvato alla Camera a firma di Damiano.

Non solo, è passato anche il cosiddetto licenziamento senza la forma scritta per i lavoratori con contratto a tempo determinato.

Per i lavoratori precari con contratti a termine, è prevista infatti la possibilità di licenziamento a voce, allungando da 60 a 90 giorni i tempi per impugnare la decisione.

La CGIL non esclude anche l’eventuale ricorso allo sciopero generale, così Fammoni ha ribadito la posizione della maggiore organizzazione italiana

ci opporremo con tutte le forme di mobilitazione possibile, nessuna esclusa, e questo tema sarà al centro di tutte le iniziative di lotta della CGIL

Fammoni si domanda quanto ancora dovranno contribuire i lavoratori precari al profitto delle imprese italiane

E’ confermata la volontà pervicace di tagliare diritti fondamentali dei lavoratori, pur in presenza di una crisi che continua ad aggravarsi ogni giorno di più  (…) si vogliono cancellare anche i pochi passi in avanti fatti alla Camera ed è del tutto evidente la volontà e la pressione del governo di chiudere nel modo peggiore la partita, anche a costo di un ulteriore passaggio parlamentare

Lascia un commento