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Come diventare incursore dell’Esercito Italiano – Prima parte

Una delle carriere che si possono intraprendere da giovani è quella militare. Non tutte le persone amano la vita sotto le armi e sono tagliate per farla, ma coloro che al giorno d’oggi si dedicano a questa carriera sono in genere dei veri appassionati del settore. Da quando anche il servizio militare non è più obbligatorio per tutti, la carriera militare è diventata ancora di più una scelta motivata da una grande determinazione. All’interno della gerarchie militari italiane esistono numerosi corpi dei quali è possibile entrare a far parte, alcuni dei quali decisamente d’elite. E proprio di uno di questi corpi vogliamo parlarvi oggi, quello degli incursori dell’Esercito Italiano, figure che forse non tutti conoscono. 

L’incursore dell’Esercito Italiano può essere considerato come il soldato per eccellenza. A lui sono infatti affidati i compiti più delicati e rischiosi, come ad esempio tutte le azioni di assalto in territorio nemico. Il suo lavoro suo lavoro si svolge quasi sempre in missioni di diverso genere, nel corso delle quali è chiamato a compiere attività operative di grande importanza, come:

  • il supporto al personale militare impegnato nelle altre operazioni
  • la ricognizione sui territori nemici
  • l’attacco dei territori nemici.

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Vediamo quindi più da vicino quali sono i compiti normalmente svolti dagli incursori dell’Esercito Italiano e quali sono le caratteristiche che devono avere le persone che svolgono questo questa carriera.

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Come diventare incursore dell’Esercito Italiano – Prima parte

Un incursore dell’esercito italiano è un militare che lavora sempre in prima linea svolgendo diversi compiti che si traducono di norma nelle azioni di supporto, ricognizione e attacco. Ecco quali sono le azioni tipiche in cui possono essere impegnati gli incursori:

  • la copertura costante dei compagni impiegati
  • la difesa delle infrastrutture e degli insediamenti della propria parte
  • la scorta di mezzi e uomini nel corso delle operazioni
  • il recupero di personale militare o di civili bloccati in zone di guerra
  • l’infiltrazione segreta e la permanenza in zone considerata ad alto rischio perché contenenti obiettivi di particolare importanza per il nemico
  • il recupero di informazioni sul campo essenziali per lo sviluppo delle azioni militari
  • l’inflizione di gravi danni al nemico che possono anche cagionare il fallimento di strategie e attacchi.

L’incursore deve essere anche in grado di compiere tutte queste azioni con il minimo sforzo. Vediamo quindi quale è il percorso da seguire per arrivare a svolgere tale lavoro.

Per diventare incursore dell’Esercito Italiano è necessario in primo luogo arruolarsi come Ufficiale, Maresciallo o Volontario di Truppa, seguendo i percorsi di arruolamento e successivamente sottoporsi ad una selezione per entrare a far parte del IX Reggimento. La preselezione viene svolta dal personale interno e consiste nell’attestazione di una serie di capacità fisiche – trazioni alla sbarra; piegamenti sulle braccia (flessioni); piegamenti alle parallele; piegamenti addominali; corsa piana, 1500 mt, in massimo 6′.

I candidati che al termine dei diversi iter selettivi risulteranno idonei al compito saranno inviati presso la CI Compagnia del Reparto Addestramento Forze Speciali del Reggimento, dove svolgeranno un tirocinio pratico, della durata di 3 settimane, che in genere ha luogo due volte l’anno. Durante questi giorni si svolgeranno 7 marce zavorrate di difficoltà crescente con uno zaino da 20 kg sulle spalle.

 

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