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Debiti da lavoro: tre nuovi strumenti per uscire dalle difficoltà

 Il governo sta per approvare un disegno di legge con il quale intende applicare tre nuove strade per la risoluzione delle crisi dei piccoli imprenditori o dei professionisti individuali. Tre nuove possibilità che potrebbero permettere una risoluzione più celere di tutte le controversie che, ad esempio, sorgono nell’ipotesi di inadempimento per i crediti da lavoro. Cerchiamo di comprendere nel dettaglio, per ogni singola nuova iniziativa, quali siano gli iter previsti.

Il primo nuovo strumento a disposizione dei debitore è la “composizione”. Si tratta di una delle innovazioni più importanti (ammesso che possa trovare un’efficace collocazione nel nostro ordinamento normativo): in termini sintetici, se una persona ha difficoltà nel pagamento dei debiti, può rivolgersi ai c.d. Organismi per la composizione della crisi, consulenti gratuiti che predisporranno un piano di ristrutturazione del debito. Il debitore – a garanzia dei creditori – potrà offrire forme reali sui propri beni attuali o futuro (ad esempio, la liquidazione del TFR). Il piano andrà poi omologato dal giudice e imposto a tutti i creditori. Come in altre forme giudiziali, l’omologazione interromperà ogni iniziativa ai danni del debitore.

La seconda procedura è invece quella della liquidazione: una procedura riservata a quei debitori che hanno tante esposizioni passive, ma posseggono delle proprietà (es. immobiliari) che potrebbero permettergli di poter fronteggiare l’estrema situazione di emergenza. Le proprietà saranno affidate al liquidatore che le metterà in vendita (liquidazione) soddisfacendo i creditori in maniera priva di costi e con tempi più celeri.

Infine, il “sovraindebitamento”. La terza via che sembra essere quella meno certa, poiché non è certo semplice (nonostante l’Italia sia uno dei pochi Paesi a non aver mai proceduto in una simile previsione) cercare di prevedere una via di uscita per coloro che, in buona fede, hanno contratto più debiti di quelli che riescono a restituire. Probabile che si possa arrivare a un avvicinamento del modello tedesco o svedese, con graduali riabilitazioni civili e commerciali.

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