Home » Le possibili misure del governo Monti

Le possibili misure del governo Monti

Settimana decisiva per il governo guidato da Mario Monti sui provvedimenti che dovrebbero dare credito all’esecutivo in sede Ecofin e realizzare il pareggio di bilancio pianificato nel 2013 e rilanciare l’economia del Paese. Le prime misure dovrebbero riguardare le pensioni, l’Ici, le rendite catastali e la patrimoniale anche se, al momento, non si conoscono nel dettaglio le scelte operate del governo.

Di certo, il governo vuole presentare le misure prima dell’incontro in sede europea per avere così più forza in sede negoziale. Esisiste, ad ogni modo, anche la possibilità che nelle misure di risanamento dei bilanci si potranno scontare la minore crescita; infatti, ignorare questa possibilità vuol dire ignorare la realtà perché se passasse questa linea l’intervento potrebbe essere alleggerito di alcuni miliardi di euro.

Risultano allo studio l’ICI, una rivalutazione delle rendite catastali del 15% e la patrimoniale. Per l’ICI si prospetta l’introduzione di un meccanismo per introdurre una progressività dell’imposta legata o al numero degli immobili o al reddito. Per quanto riguarda la patrimoniale è allo studio un’aliquota del 0.5% per i patrimoni superiori al milione di euro.

Non è nemmeno escluso il ricorso all’innalzamento di 1 o 2 punti dell’aliquota ordinaria IVA del 21% anche se non si esclude di rivedere quella del 10%.

Il capitolo più delicato, per via delle implicazioni sociali, è la materia delle previdenza. Il governo prevede, per volontà anche del ministro del lavoro Elsa Fornero, di introduttore il contributivo per tutti secondo il meccanismo del pro-rata e l’aumento dell’età pensionabile con la possibilità di anticipare per il 2012 l’aggancio dell’età pensionabile alle aspettative di vita.

A questo proposito, Elsa Fornero, in una intervista a “La Repubblica”, ha spiegato la sua visione.

Si tratterebbe di applicare, a partire dal 2012, il metodo contributivo pro-rata per tutti i lavoratori rendendo subito effettive un’età minima di pensionamento, pari a 63 anni e una fascia di flessibilità che incoraggi il lavoratore a ritardare l’uscita fino ai 68/70 con un incremento di pensione che, secondo alcuni calcoli matematici e non in base a criteri politici, tengano conto dei maggiori contributi versati e della maggiore età

Per la Fornero, o almeno in base alle dichiarazioni rilasciate al giornale

dovrebbero scomparire le finestre

Non solo, il ministro chiarisce

Il nostro modello non consente una stima accurata dei risparmi. Ciò nonostante i risparmi di spesa sarebbero tutt’altro che irrisori potendo arrivare a qualche decina (3-4) di miliardi di euro nei primi 5-6 anni di effettiva applicazione del provvedimento

Lascia un commento