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Governo Monti, interventi anche su Ici, rendite catastali e Iva

Il pacchetto che sarà predisposto dal governo Monti avrà una corsia preferenziale perché l’obiettivo resta la sua approvazione entro Natale per dare dei segnali forti e decisi al mercato e garantire il pareggio di bilancio nel 2013 insiem al rilancio dell’economia nazionale visto che ormai, da più parti, si evidenziano segnali di recessione anche se, Mario Monti, parla già apertamente di recessione.

Mario Monti ha ricordato alle forze sociali, che tra l’altro si sono lamentati di non essere stati convocati per un confronto, che la manovra è necessaria anche se, come ricorda il sindacato, gli interventi devono rispondere a precisi criteri di equità e coinvolgere anche i patrimoni: il sindacato non ci sta ad attribuire, come sempre, il maggior peso ai lavoratori e ai pensionati.

Come sempre, al momento, non si hanno indicazioni ufficiali ma solo indiscrezioni pubblicati sui giornali e, magari diffusi, ad arte. In effetti, alcuni ritengono che ci sarà un ritorno all’ICI ma basata su criteri di progressività agganciata al reddito o al numero degli immobili, anche se taluni non ritengono fattibile questa via. Le rendite catastali saranno rivalutate del 15% e sull’IVA sarà elevata al 23% l’aliquota intermedia.

La patrimoniale, invece, sarà solo temporanea (con molta probabilità è più facile far pagare di più ai soliti noti che far pagare il dovuto a chi si è arricchito fino a ieri, forse Mario Monti non ha molto coraggio).

Sul fronte delle pensioni arriverà una prima tranche; in effetti, la prossima settimana, con molta probabilità, vedremo un anticipo della riforma Fornero con l’aumento dell’età pensionabile, probabilmente a 63 anni già dal prossimo anno (invece 61+36 o 62+35) insieme al contributivo pro rata per tutti a partire dal 2012: saranno coinvolti dunque anche coloro che nel 1995 avevano già 18 anni di contributi, oltre all’anticipo al 2012 dell’aumento automatico di tre mesi ogni tre anni dell’età di vecchiaia in base alla “speranza di vita” Istat.

Le imprese, da parte loro, aspettano vero ossigeno per le loro attività sempre più a rischio di chiusura.

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