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L’Indagine conoscitiva sul decreto Monti di Bankitalia

Presso le commissioni parlamentari riunite, ossia la V della Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e 5°  del Senato della Repubblica (Programmazione economica, Bilancio), la nostra banca di riferimento ha cercato di dare il suo contributo allo scopo di offrire tutti i chiarimenti possibili per comprendere le dinamiche socio-economiche e gli sviluppi futuri in atto.

In primo luogo Bankitalia ha confermato la necessità di interventi diretti e massivi in termini di maggiori entrate operate dal governo Monti e, nel contempo, auspicando una riduzione delle spese. In effetti, per Bankitalia con il netto deterioramento delle prospettive di crescita manifestatosi  nei mesi scorsi e il drastico peggioramento delle condizioni di finanziamento dello Stato hanno reso le rilevanti misure correttive adottate nel corso dell’estate, per la precisione la manovra di luglio e quella di agosto,  insufficienti a rispettare l’impegno assunto a livello europeo di conseguire il pareggio di bilancio nel 2013.

Secondo quanto scrive Bankitalia sul suo rapporto

Il decreto legge riduce l’indebitamento netto di 20,2, 21,3 e 21,4 miliardi rispettivamente nel 2012, 2013 e 2014. In rapporto al prodotto la correzione è pari a 1,3 punti percentuali in ciascun anno. Le misure si aggiungono a quelle approvate nel corso dell’estate e con la legge di stabilità per il 2012, che determinavano una diminuzione del disavanzo pari a 28,3 miliardi nel 2012, 54,3 nel 2013 e 59,8 nel 2014. Nel complesso, le misure dovrebbero ridurre l’indebitamento netto di circa 3 punti percentuali del PIL nel 2012 e di oltre 4,5 punti in media nel biennio 2013-14

Il decreto legge contiene diverse novità con una profonda revisione delle regole pensionistiche.
Dal 2012 si applicherà anche a coloro che avevano più di 18 anni di contributi nel 1995 il metodo di calcolo contributivo della pensione su base pro-rata: in questo modo si riduce, anche se in misura limitata, la disparità di  trattamento in favore di questa categoria di lavoratori.

Dal 2018 l’adeguamento dei requisiti anagrafici e contributivi alle aspettative di vita e il ricalcolo dei coefficienti di trasformazione utilizzati nel sistema contributivo per trasformare il montante in rendita avverranno con cadenza biennale anziché triennale.

Per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia, viene accelerato l’allineamento del requisito anagrafico delle lavoratrici del settore privato a quello degli altri lavoratori. Il requisito sarà pari a 66 anni per tutti a partire dal 2018 (fermi restando gli eventuali incrementi dovuti all’evoluzione della longevità).

Per quanto riguarda le pensioni di anzianità, viene abolito il sistema delle quote. Per accedere a questo trattamento saranno necessari: nel 2012, 42 anni e un mese di contributi per gli uomini e 41 anni e un mese di contributi per le donne. In ogni caso, se il pensionamento avviene prima dei 62 anni, si applicherà una penalizzazione.

Inoltre, sia il requisito dei 62 anni di età sia quelli relativi all’anzianità contributiva vengono ancorati all’evoluzione futura delle aspettative di vita.

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