Il Ministero del Lavoro chiarisce l’accesso alla pensione di vecchiaia

 Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, attraverso una sua circolare, ha chiarito il meccanismo di accesso alla pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi maturati prima del dicembre 1992.

Infatti, il Ministero, ha dato il suo sostanziale assenso ad una circolare INPS dove si poneva in evidenza il diritto a collocarsi a riposo con i requisiti contributivi di quindici anni in vigore nella precedente normativa.

Pensione, dagli Assistenti di Volo chiarimenti sui coefficienti di trasformazione

 L’AVIA, Assistenti di Volo Italiani Associati, ha avanzato richiesta di interpello per conoscere il parere della Direzione generale per l’Attività Ispettiva in merito all’interpretazione dell’art. 1, comma 6, della L. n. 335/1995 – relativo alle modalità di determinazione dell’importo della pensione secondo il sistema contributivo – con riferimento agli iscritti al Fondo volo presso l’INPS.

Infatti, la norma prevede che l’importo della pensione annua è determinato secondo il sistema contributivo moltiplicando il montante individuale dei contributi per il coefficiente di trasformazione relativo all’età dell’assicurato al momento del pensionamento.

L’associazione chiede un interpretazione della predetta disposizione nei confronti degli iscritti al Fondo medesimo, relativamente al coefficiente di trasformazione applicabile per la determinazione dell’importo della pensione, in considerazione delle peculiari norme che prevedono per tali soggetti, un’età ridotta per l’accesso alle prestazioni pensionistiche.

Dal Ministero del Lavoro una pubblicazione sulle nuove pensioni

 Ricordiamo che dallo scorso 1° gennaio 2012 sono cambiate le regole per andare in pensione; infatti, con l’articolo 24 del Decreto Legge 201/2011 (il cosiddetto Decreto “Salva Italia”), varato dal Governo il 6 dicembre 2011 e convertito dalla Legge 214 del 22 dicembre 2011, sono state poste le basi per una riforma complessiva del nostro sistema previdenziale, primo e fondamentale tassello di una riforma più ampia che riguarderà anche il mercato del lavoro e gli ammortizzatori sociali.

Successivamente, con la definitiva approvazione della  Legge 14 del 24 febbraio 2012, che ha convertito il Decreto Legge 216 del 29 dicembre 2011 (c.d. Decreto Milleproroghe), sono state apportate alcune modifiche ed integrazioni all’art. 24 del Decreto “Salva Italia”.

La pubblicazione è disponibile sul sito istituzionale del Ministero.

Le deroghe sulle nuove pensioni

 Rispetto ai requisiti previsti dall’articolo 24 e comma 3, 14 e 15 della manovra Fornero sulle pensioni voluta dal governo Monti risultano esclusi alcuni soggetti a condizioni che rispettino alcuni requisiti.

Infatti, risultano esclusi i lavoratori che maturano il diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità entro il 31 dicembre 2011 o le donne che fino al 2015 optano per il calcolo della pensione con il sistema contributivo in presenza di 57 anni di età e 35 anni di contribuzione (58 anni di età e 35 di contribuzione per le autonome). Si ricorda che nei confronti di questi soggetti continuano ad applicarsi le finestre mobili.

Il decreto Monti prevede anche un limite di 50.000 lavoratori derogati anche se, poi, con le recenti apportate dalla Camera questo limite è sparito per fare riferimento a delle generiche risorse stanziate anno per anno: per l’anno 2012, per inciso, mancherebbero le risorse necessarie.

Il decreto salva-Italia e il problema delle ricongiunzioni

 In fatto di ricongiunzioni si continua ad applicarsi quanto già previsto dall’articolo 12 del decreto 78/2010: l’articolo prevede l’abrogazione delle norme che consentivano il trasferimento gratuito dei contributi accreditati in gestioni esclusive ed esonerative dell’Assicurazione generale obbligatoria (Ago) dell’Inps.

Per effetto di questa disposizione se il lavoratore voglia effettuare, dopo il 31 luglio 2010, la ricongiunzione dovrà mettere mano al portafoglio perché l’operazione non è per nulla trascurabile perchè oggi risulta molto costosa.

La salvaguardia del diritto per la pensione di vecchiaia e per quella di anzianità

 È opportuno riassumere la salvaguardia del diritto che consentono di usufruire la pensione con particolari criteri in deroga su quanto stabilito dalla riforma MontiFornero.

Per prima cosa i lavoratori in possesso dei requisiti di età e/o contribuzione per il diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2011 e occorre anche considerare le diverse situazioni di deroga con applicazione dei requisiti dei età e/o contribuzione previsti dalla previgente disciplina anche se maturati dal 1 gennaio 2012.

Pensione 2012, novità sulla nuova previdenza

Il governo Monti ha radicalmente modificato il nostro sistema pensionistico abolendo di fatto la pensione di anzianità e incidendo in modo diretto sull’età pensionabile. In effetti, la riforma Monti-Fornero ha intrdodotto il pensionamento anticipato come sostitutivo della pensione di anzianità abolendo le quote, ossia età più contributi, per la pensione di anzianità.

Non solo, per accedere alla pensione anticipata occorre aver maturato, indipendentemente dall’età anagrafica, 41 anni e un mese di anzianità contributiva nel caso delle donne, 42 anni e un mese nel caso degli uomini: la soglia sarà, ad ogni modo,  aumentata sulla base dell’aumento della speranza di vita.

L’Indagine conoscitiva sul decreto Monti di Bankitalia

Presso le commissioni parlamentari riunite, ossia la V della Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e 5°  del Senato della Repubblica (Programmazione economica, Bilancio), la nostra banca di riferimento ha cercato di dare il suo contributo allo scopo di offrire tutti i chiarimenti possibili per comprendere le dinamiche socio-economiche e gli sviluppi futuri in atto.

In primo luogo Bankitalia ha confermato la necessità di interventi diretti e massivi in termini di maggiori entrate operate dal governo Monti e, nel contempo, auspicando una riduzione delle spese. In effetti, per Bankitalia con il netto deterioramento delle prospettive di crescita manifestatosi  nei mesi scorsi e il drastico peggioramento delle condizioni di finanziamento dello Stato hanno reso le rilevanti misure correttive adottate nel corso dell’estate, per la precisione la manovra di luglio e quella di agosto,  insufficienti a rispettare l’impegno assunto a livello europeo di conseguire il pareggio di bilancio nel 2013.

Manovra Monti, dal sindacato proposte correttive

I sindacati non ci stanno e bollano la manovra finanziaria del governo Monti come iniqua e che mira solamente a fare cassa sulle pensioni e che si propone a presentare il conto ai soliti noti, ossia lavoratori, pensionati e ceti medi.

In realtà, le tre organizzazioni sindacali sono ancora più dure e precise: la manovra punta al blocco delle rivalutazioni delle pensioni, su un aumento considerevole della tassazione sulla prima casa, la solita presenza dell’addizionale regionale Irpef, dell’Iva e delle accise sui carburanti.

Primi dettagli riforma delle pensioni di anzianità

Diversi quotidiani, sulle loro versioni online, hanno pubblicato la bozza del nuovo sistema pensionistico italiano definito dal governo Monti su suggerimento del ministro del lavoro Elsa Fornero: dall’eliminazione delle pensioni di anzianità fino alla mancata perequazione delle pensioni senza per nulla affrontare il tema della patrimoniale se non con timidi tentativi di far passare alcuni provvedimenti come imposta patrimoniale.

Vediamo alcuni punti della bozza. Per prima cosa si è deciso di abolire le pensioni di anzianità, ora si chiama pensione anticipata, eliminando le famose quote, ossia la somma tra l’età anagrafica e contributi versati, e i lavoratori dipendenti dal 2012 potranno andare in pensione, ovvero potranno uscire in anticipo rispetto all’età di vecchiaia, solo se possono vantare almeno 41 anni di contributi per le donne o 42 per gli uomini.

Approvata la legge di Stabilità 2012

Nella seduta dello scorso 12 novembre la Camera ha approvato, in via definitiva, la legge di stabilità relativa all’anno 2012. Il legislatore ha voluto inserire alcune disposizioni di ordinamentale e volte a sostenere la crescita, in attuazione delle misure prospettate dal Governo con le istituzioni europee.

Nella legge di Stabilità sono state inseriti diversi interventi orientati al contenimento delle spese e all’acquisizione di future entrate incidendo su vari aspetti. In particolare, i requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione di vecchiaia devono essere tali da garantire una età minima per la pensione di vecchiaia pari almeno a 67 anni a decorrere dal 2026 e nelle disposizioni in materia di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico si prevede il conferimento di beni immobili di proprietà dello Stato a fondi comuni di investimento immobiliare o a società dei gestione finalizzate alla riduzione del debito pubblico.