Pensioni Forze dell’ordine: adeguamento alla speranza di vita

 Il messaggio 545 dell’Inps precisa che, dal 1° gennaio 2013, anche le pensioni delle forze dell’ordine saranno adeguate all’incremento della speranza di vita. In particolare, il decreto legge Salva Italia ha previsto un regolamento per assicurare un incremento dei requisiti minimi di accesso al pensionamento che per questa categoria sono diversi da quelli vigenti nell’assicurazione generale obbligatoria.

Dall’Inps gli accordi bilaterali di sicurezza sociale

 L’Inps informa che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha chiarito, in ordine della determinazione del cosiddetto “importo soglia” previsto per la pensione di vecchiaia e per la pensione anticipata di coloro il cui primo accredito è avvenuto a decorrere dal 1° gennaio 1996, che occorre anche considerare anche il pro-rata estero, in tutti i casi in cui tale requisito sia richiesto per la concessione di una prestazione pensionistica.

Il prepensionamento dei lavoratori poligrafici

 L’Inps, con un suo messaggio, messaggio INPS 26 aprile 2012 n. 7155, ha fornito alcuni chiarimenti in merito al pensionamento anticipato  per i lavoratori poligrafici, in seguito all’entrata in vigore della nuova normativa previdenziale.

Per effetto delle modifiche introdotte in materia, legge 22 dicembre 2011, n. 214, di conversione, con modificazioni, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante norme di riforma sul sistema pensionistico, il nostro Istituto previdenziale ha comunicato le novità in materia di trattamenti pensionistici sulla disciplina del pensionamento anticipato dei lavoratori poligrafici. Si ricorda che, ad ogni modo, entro il prossimo 30 giugno ci si aspetta un regolamento di armonizzazione, previsto dal comma 18 dell’articolo 24 della richiamata legge n. 214 del 2011, per l’accesso alla pensione.

La cassa integrazione nel settore editoriale

Le deroghe sulle nuove pensioni

 Rispetto ai requisiti previsti dall’articolo 24 e comma 3, 14 e 15 della manovra Fornero sulle pensioni voluta dal governo Monti risultano esclusi alcuni soggetti a condizioni che rispettino alcuni requisiti.

Infatti, risultano esclusi i lavoratori che maturano il diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità entro il 31 dicembre 2011 o le donne che fino al 2015 optano per il calcolo della pensione con il sistema contributivo in presenza di 57 anni di età e 35 anni di contribuzione (58 anni di età e 35 di contribuzione per le autonome). Si ricorda che nei confronti di questi soggetti continuano ad applicarsi le finestre mobili.

Il decreto Monti prevede anche un limite di 50.000 lavoratori derogati anche se, poi, con le recenti apportate dalla Camera questo limite è sparito per fare riferimento a delle generiche risorse stanziate anno per anno: per l’anno 2012, per inciso, mancherebbero le risorse necessarie.

Il ricorso dei deputati per il loro vitalizio

Secondo il giornale della Cisl, Conquiste del lavoro, diciotto deputati hanno presentato un ricorso contro la delibera dell’Ufficio di presidenza dello scorso 14 dicembre ha deciso di dare un taglio al vecchio sistema dei vitalizi della Camera. Mentre la questione del nostro sistema previdenziale è ancora aperta con la classe 1952 e che il decreto milleproroghe vuole sanare, i deputati non vogliano proprio rinunciare al loro interessante vitalizio che, prima della decisione dell’Ufficio di presidenza, veniva concesso al raggiungimento dei 50 anni, ma che ora dovranno aspettare i 60 anni di età anagrafica.

La salvaguardia del diritto per la pensione di vecchiaia e per quella di anzianità

 È opportuno riassumere la salvaguardia del diritto che consentono di usufruire la pensione con particolari criteri in deroga su quanto stabilito dalla riforma MontiFornero.

Per prima cosa i lavoratori in possesso dei requisiti di età e/o contribuzione per il diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2011 e occorre anche considerare le diverse situazioni di deroga con applicazione dei requisiti dei età e/o contribuzione previsti dalla previgente disciplina anche se maturati dal 1 gennaio 2012.

Pensione 2012, novità sulla nuova previdenza

Il governo Monti ha radicalmente modificato il nostro sistema pensionistico abolendo di fatto la pensione di anzianità e incidendo in modo diretto sull’età pensionabile. In effetti, la riforma Monti-Fornero ha intrdodotto il pensionamento anticipato come sostitutivo della pensione di anzianità abolendo le quote, ossia età più contributi, per la pensione di anzianità.

Non solo, per accedere alla pensione anticipata occorre aver maturato, indipendentemente dall’età anagrafica, 41 anni e un mese di anzianità contributiva nel caso delle donne, 42 anni e un mese nel caso degli uomini: la soglia sarà, ad ogni modo,  aumentata sulla base dell’aumento della speranza di vita.

L’Indagine conoscitiva sul decreto Monti di Bankitalia

Presso le commissioni parlamentari riunite, ossia la V della Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e 5°  del Senato della Repubblica (Programmazione economica, Bilancio), la nostra banca di riferimento ha cercato di dare il suo contributo allo scopo di offrire tutti i chiarimenti possibili per comprendere le dinamiche socio-economiche e gli sviluppi futuri in atto.

In primo luogo Bankitalia ha confermato la necessità di interventi diretti e massivi in termini di maggiori entrate operate dal governo Monti e, nel contempo, auspicando una riduzione delle spese. In effetti, per Bankitalia con il netto deterioramento delle prospettive di crescita manifestatosi  nei mesi scorsi e il drastico peggioramento delle condizioni di finanziamento dello Stato hanno reso le rilevanti misure correttive adottate nel corso dell’estate, per la precisione la manovra di luglio e quella di agosto,  insufficienti a rispettare l’impegno assunto a livello europeo di conseguire il pareggio di bilancio nel 2013.

Manovra Monti, dal sindacato proposte correttive

I sindacati non ci stanno e bollano la manovra finanziaria del governo Monti come iniqua e che mira solamente a fare cassa sulle pensioni e che si propone a presentare il conto ai soliti noti, ossia lavoratori, pensionati e ceti medi.

In realtà, le tre organizzazioni sindacali sono ancora più dure e precise: la manovra punta al blocco delle rivalutazioni delle pensioni, su un aumento considerevole della tassazione sulla prima casa, la solita presenza dell’addizionale regionale Irpef, dell’Iva e delle accise sui carburanti.

Chiarimenti ufficiali dal Ministero del lavoro in materia di pensioni

Il Ministero del lavoro e della previdenza sociale, sotto la direzione della prof. Elsa Fornero, ha pubblicato una  nota ufficiale allo scopo di chiarire la manovra sulla previdenza decisa dal governo Monti a causa del decreto salva-Italia.

Come ricorda lo stesso ministero nel corso del Consiglio dei Ministri del 4 dicembre 2011 il Governo ha approvato un decreto legge che contiene misure urgenti per assicurare la stabilità finanziaria, la crescita e l’equità ed ha deliberato un complesso pacchetto di interventi con l’obiettivo di dare avvio a una fase di riforma strutturale dell’economia italiana.

Primi dettagli riforma delle pensioni di anzianità

Diversi quotidiani, sulle loro versioni online, hanno pubblicato la bozza del nuovo sistema pensionistico italiano definito dal governo Monti su suggerimento del ministro del lavoro Elsa Fornero: dall’eliminazione delle pensioni di anzianità fino alla mancata perequazione delle pensioni senza per nulla affrontare il tema della patrimoniale se non con timidi tentativi di far passare alcuni provvedimenti come imposta patrimoniale.

Vediamo alcuni punti della bozza. Per prima cosa si è deciso di abolire le pensioni di anzianità, ora si chiama pensione anticipata, eliminando le famose quote, ossia la somma tra l’età anagrafica e contributi versati, e i lavoratori dipendenti dal 2012 potranno andare in pensione, ovvero potranno uscire in anticipo rispetto all’età di vecchiaia, solo se possono vantare almeno 41 anni di contributi per le donne o 42 per gli uomini.

Le pensioni dalla legge Dini alla riforma Fornero, un percorso senza fine

Al momento non sappiamo ancora come cambierà il nostro sistema pensionistico perché il governo Monti, attraverso il ministro del lavoro Elsa Fornero, non ha illustrato il nuovo meccanismo previdenziale, ma l’unica cosa che possiamo fare è vedere il percorso del nostro sistema previdenziale dal 1995 ad oggi.

La nuova manovra sulle pensioni rappresenta l’ennesimo provvedimento su questa particolare e delicata materia che dal 1995 ad oggi è in continua modifica: non è più accettabile intervenire in modo semestrale privando i lavoratori di precise garanzie e di tutele tanto che auspichiamo che l’ultimo intervento, la riforma Fornero, possa diventare un preciso punto di riferimento che resista nel tempo o, perlomeno, per almeno 15 o 20 anni.