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Lavoro e crisi: i contratti flessibili penalizzano i giovani

 Gli ultimissimi dati rilasciati dall’Istat nella giornata di ieri, sull’andamento del mercato del lavoro, rivelano che nel nostro Paese è aumentata la disoccupazione, e che i senza lavoro hanno raggiunto la quota dei due milioni. Il tasso di disoccupazione in Italia è così salito all’8% ma al di sotto della media europea, sebbene lo stesso non si possa dire per quella giovanile che  in Italia è più alta rispetto all’eurozona. Ad affermarlo è stato il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini, il quale, di conseguenza, ritiene che a favore dei giovani, penalizzati dai contratti flessibili, si debba fare di più sia migliorando l’indennità per i co.co.pro, ed in particolare i requisiti di accesso, sia gestendo al meglio i percorsi legati alla scuola, alla formazione ed al lavoro.

Il segretario confederale UIL, Guglielmo Loy, ha messo invece in evidenza, commentando i dati rilasciati ieri dall’Istituto Nazionale di Statistica, che stanno pericolosamente aumentando le persone che, scoraggiate, non cercano più lavoro anche perché il mercato è sempre più instabile. Rivolgendosi al Governo, quindi, Guglielmo Loy ritiene fondamentale che vengano attivate politiche di collocamento e ricollocamento al lavoro a favore dell’esercito di due milioni di disoccupati che attualmente ci sono nel nostro Paese.

Decisamente più critica è invece la posizione di Fulvio Fammoni, segretario confederale della CGIL, in merito sia ai dati Istat, sia all’operato del Governo; secondo l’esponente del Sindacato, infatti, i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica confermano come da un lato gli effetti della crisi sull’occupazione siano gravi, e dall’altro come l’Esecutivo continui ad adottare misure tanto sbagliate quanto controproducenti. Anche Fulvio Fammoni ha tra l’altro messo in evidenza come la disoccupazione giovanile nel nostro Paese sia dilagante, e la Finanziaria 2010 secondo il segretario della Cisl rappresenta lo specchio di politiche insufficienti in materia di sviluppo del nostro tessuto produttivo e di rilancio e tutela dell’occupazione nel nostro Paese.

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