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Lavoro 2009: cala il sipario sull’anno della crisi

 Mancano oramai poche ore alla fine del 2009, ed è tempo di tracciare un bilancio su ciò che è accaduto in Italia dal fronte occupazionale. A fronte di una finanza tornata in salute, con le principali Borse che quest’anno hanno messo a segno rialzi di rilievo nei dodici mesi, in Italia i lavoratori hanno invece pagato a caro prezzo gli effetti della crisi e le sue ripercussioni sull’economia reale. In linea con le attese, non a caso, è salito nel nostro Paese il tasso di disoccupazione, i cassintegrati sono aumentati in misura esponenziale, così come i lavoratori precari, che lo erano già nel 2008, o lo sono diventati ancor di più quest’anno, oppure hanno perso il lavoro a causa della chiusura delle imprese o mancato rinnovo del contratto stesso. Il 2010 si apre in sostanza con uno scenario contraddistinto da un dato di fatto: i poveri sono diventati ancora più poveri sia a causa della perdita del reddito, spesso l’unico in famiglia, sia perché la cassa integrazione garantisce un importo decurtato rispetto ad uno stipendio che già a mala pena bastava per sbarcare il lunario.

Nel corso del 2010, quantomeno a partire dal secondo semestre, le previsioni parlano di un arresto dell’emorragia di posti di lavoro nel nostro Paese se, come stimato, nel corso dell’anno la crescita economica in Italia inizierà a diventare più robusta. Ma servono interventi incisivi finalizzati a ridurre nel nostro Paese delle forti diseguaglianze visto che, come emerge dalle anticipazioni di uno studio Ires-Cgil, buona parte della ricchezza posseduta dagli italiani è concentrata solo nel 10% delle famiglie.

Questo 10% di famiglie, infatti, detiene complessivamente una ricchezza che risulta essere 30 volte superiore a quella mediamente posseduta dagli italiani. Agostino Megale, Segretario Confederale della Cgil, ritiene di conseguenza che sia arrivato il momento della “solidarietà“, ovverosia che questa quota parte di cittadini paghi un’imposta sulle grandi ricchezze che permetta allo Stato di ricavarne un gettito da destinare alle famiglie meno abbienti ed in generale ai pensionati ed alle famiglie monoreddito. Il Segretario Confederale chiede tra l’altro anche l’innalzamento della tassazione sulle rendite finanziarie, portandola al 20%, ma in merito l’attuale Governo in carica non appare intenzionato a muoversi in questa direzione.

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