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Lavoro marittimo, il governo si affida ai contractor

Importanti novità sulla lotta alla pirateria tanto che il governo ha deciso di cambiare rotta e di adeguarsi alle iniziative già intraprese da altri Paesi: il pericolo pirateria si fronteggia con l’impiego dei militari e dei contractor, ossia personale addetto alla sicurezza impiegato presso compagnie private.

In effetti, in base al decreto legge sul rifinanziamento delle missioni all’estero, intitolato come Ulteriori misure di contrasto alla pirateria, si è autorizzato l’uso di nuclei delle forze armate, ossia nuclei militari di protezione (Nmp) della Marina, e di servizi di vigilanza privata come misura di protezione dagli attacchi dei predoni aprendo la strada con l’armatoria privata italiana di apposite convenzioni per la protezione delle navi battenti bandiera italiana. In base al decreto, è consentito l’imbarco dei militari, o in alternativa di servizi di vigilanza privata, è a richiesta e con oneri a carico degli armatori.

Al comandante di ciascun nucleo e al personale da esso dipendente sono attribuite le funzioni di ufficiale e di agente di polizia giudiziaria. Rimane a carico degli armatori l’onere mediante versamenti all’entrata del bilancio dello Stato entro sessanta giorni.

Il decreto prevede l’uso dei contractor attraverso servizi di vigilanza privata, invece,

possono essere svolti con l’impiego di particolari guardie giurate armate, a protezione delle merci e dei valori sulle navi mercantili e sulle navi da pesca battenti bandiera italiana negli spazi marittimi internazionali a rischio pirateria

Un successivo decreto, da adottarsi entro 60 giorni, stabilirà le condizioni e i requisiti per il possesso, l’utilizzo, l’acquisizione e il trasporto di armi e delle munizioni da parte delle guardie giurate.

Per il ministro La Russa il provvedimento è necessario e a questo proposito ricorda la petroliera Savina Caylin e la motonave Rosalia D’Amato che sono da mesi sotto sequestro da parte dei pirati somali e ancorate alla fonda a nord di Mogadiscio

Siamo in grado di fare un intervento armato, ma ciò avverrà solo in caso di imminente pericolo vita delle persone sequestrate

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