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Lavoro sanità: dal tirocinio al tempo indeterminato

 In tutta Italia gli Enti locali, periodicamente, organizzano dei tirocini formativi a favore dei lavoratori disoccupati e svantaggiati, in modo tale da permettere loro di acquisire maggiore esperienza ed inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro dalla porta principale senza cadere nella trappola del lavoro in nero. Il massimo sarebbe di partecipare ad un tirocinio e poi riuscire subito ad avere un contratto di lavoro, ancor meglio se a tempo indeterminato. Ebbene, per 58 persone in Puglia, nell’anno 2007, quello che a prima vista poteva essere un sogno si è trasformato in realtà; come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, nel 2007, presso la Asl di Bari, e senza l’emissione di alcun bando pubblico, 58 persone, svantaggiate ma forse solo apparentemente, hanno fatto il grande salto passando da un tirocinio formativo ad un’assunzione a tempo indeterminato.

La motivazione di tali assunzioni è stata data con il fatto che questi 58 lavoratori svantaggiati, la cui lista a quanto pare è stata messa a punto grazie alle segnalazioni di alcuni medici, avevano bisogno di cure e sostegno psicologico, ma non riuscivano a guarire ed a rispondere positivamente alle cure. L’assunzione a tempo indeterminato, quindi, è stata adottata come una vera e propria terapia in grado di curare tutti i mali! A quanto pare però le guarigioni ci sono state, al punto che dopo l’annullamento delle assunzioni, a seguito di una delibera da parte del Direttore dell’Asl di Bari, nell’aprile scorso, nessuno di questi 58 ex-lavoratori ha presentato ricorso.

Insomma, le assunzioni spiegate con la motivazione che i soggetti svantaggiati stessero male e che non ci fossero cure che potessero guarirli, eccetto un’assunzione con tutti i crismi, non sono passate inosservate, ed il “miracolo” del posto fisso passando per il tirocinio non si è avverato. Quanto accaduto a Bari non è di certo un caso isolato visto che in questi ultimi anni non sono mancati i casi di assunzioni “allegre” nel pubblico impiego basate non sul merito, ma su “segnalazioni” e procedure poco trasparenti. E questo mentre decine di migliaia di precari della scuola, dopo aver magari fatto tanti sacrifici per laurearsi, vedono il posto fisso, una cattedra, come un miraggio.

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